Il presidente ucraino nel suo intervento al Consiglio Europeo: «Passo dopo passo libereremo la nostra terra»
A quasi cento giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina tra colpi, vite spezzate, città distrutte, il bisogno di dialogo è sempre più necessario. Se il tavolo della diplomazia tra Mosca e Kiev è ancora lontano, possiamo dire che i paesi dell’Ue sono al lavoro per cercare di favorire uno stop immediato della guerra. Ieri a Bruxelles i 27 paesi dell’Ue hanno discusso sul tema dell’invio di un ulteriore pacchetto di sanzioni contro Mosca, proprio per limitare i pagamenti da parte dell’Ue verso la Russia e non permettere di finanziare con quei soldi la macchina bellica. Dopo un pomeriggio di dialogo che ha visto alti e bassi, dove inizialmente il premier ungherese non era convinto sull’invio del sesto pacchetto, si è presa la decisione finale: l’Ue dice stop al petrolio russo via mare, rinviato invece l’embargo a quello trasportato da oleodotti. Tra le ultime novità, è stata esclusiva dal sistema Swift (Society for Wordwide interbank Financial Telecommunication) la Sberbank, il principale istituto di credito russo con sede a Mosca. Vediamo una Russia sempre più in isolamento ma per ora, non ha intenzione di cessare il fuoco.
Le parole di Zelensky alla nazione
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è intervenuto in videochiamata al vertice prima che l’Ue approvasse il sesto pacchetto di sanzioni, che comprende appunto l’embargo sul petrolio russo. Il leader ucraino ha sollecitato i paesi membri a velocizzare il sesto pacchetto. Poi ha chiesto l’invio di più armi necessarie per la resistenza ucraina. Ricordando che la sua Ucraina è stata distrutta e sono morti civili e bambini, spiegando che la situazione in Donbass è seriamente critica e ricordando anche il giornalista francese Frédéric Leclerc-Imhoff, che ha perso la vita proprio ieri sulla strada di Lyssytchansk, nella regione di Severodonetsk. La scheggia di granata che l’ha colpito è stata lanciata contro un convoglio umanitario.
Zelensky: Mosca dovrà deporre le armi
Nel consueto videomessaggio serale il presidente ucraino ha dato un messaggio abbastanza ‘positivo’ alla sua nazione: «Passo dopo passo stiamo liberando la nostra terra e gradualmente ci avviciniamo al punto in cui la Russia dovrà deporre le armi, contare tutti i morti e passare alla diplomazia. Dovremo sicuramente farlo». Anche se nel Donbass, i russi continuano ad avanzare ad altissima intensità e giorni fa persino la resistenza di Kiev ha ammesso di avere problemi con l’offensiva russa.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito la missione di Mosca come qualcosa che può essere descritto solo come imperialismo, cioè l’obiettivo di voler spostare i propri confini con la forza. Poi Scholz afferma: « Gli obiettivi che la Russia si pone non saranno raggiungibili. Se il piano di Putin è quello di conquistare territorio e poi sperare, quando le armi a un certo punto tacciono, di poter possedere tutto, questa è una falsa speranza».
Ora bisogna capire come la Russia reagirà sul sesto pacchetto di sanzioni. La decisione presa ieri all’interno del vertice non è stata scontata ma anzi molto discussa. L’Ue ha scelto, ancora una volta, la strada della responsabilità e nonostante alcuni paesi, come Francia, Germania e Italia, stanno dialogando anche con Putin, l’Europa sta ovviamente dalla parte di Kiev. Ora vedremo se Mosca avrà la forza e i finanziamenti per continuare il conflitto o sceglierà di sedersi a un tavolo con Kiev.