Diversi Stati membri europei riconosceranno entro maggio lo Stato della Palestina. L’annuncio è stato dato dal capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, a margine di una riunione speciale del Forum economico mondiale a Riad, come riporta il Guardian. Irlanda e Spagna all’inizio di questo mese hanno ribadito la loro intenzione di stringere un’alleanza di Paesi che presto riconosceranno la Palestina come Stato nazionale. 140 dei 193 Stati membri dell’Onu hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina.
Israele: l’attacco a Rafah
Tre persone sono state uccise e diverse altre ferite in un attacco aereo israeliano che ha colpito stanotte un edificio residenziale nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Ieri il capo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ed il capo dello Shin Bet , Ronen Bar, sono al Cairo per discutere con il volto dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, ed il capo di Stato maggiore, Osama Askar, su una possibile operazione delle forze di difesa israeliane a Rafah.
Gli egiziani sono preoccupati che un’operazione a Rafah possa portare ad un afflusso di decine di migliaia di palestinesi nel loro territorio e anche da possibili violazioni del confine tali da mettere in pericolo la loro sicurezza.
Israele: capo intelligence rassegna dimissioni
Il capo dell’intelligence israeliana, Aharon Haliva, ha rassegnato le sue dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti della sicurezza che hanno permesso a Hamas di sferrare l’attacco del 7 ottobre. La notizia arriva dall’esercito israeliano spiegando che il capo di Stato Maggiore ha accettato le dimissioni di Haliva.
Israele: l’offensiva
Israele ha deciso di ascoltare a metà i moniti dell’Occidente. “Prenderemo le nostre decisioni da soli” aveva detto il primo ministro Benjamin Netanyahu ai ministri degli Esteri Cameron e Baerbock, e ieri la seconda offensiva contro l’Iran è stata lanciata con successo. Nel giorno del compleanno della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, Israele ha voluto portare a termine una nuova prova di forza, col fine di “dimostrare all’Iran che possiamo colpire dall’interno“, come avrebbe dichiarato un ufficiale israeliano.
Israele: “L’Iran può colpire città del mondo”
Israele avverte sui social di come l’Iran potrebbe colpire qualsiasi città del mondo, anche Roma. Una foto del Colosseo sul quale stanno per abbattersi sei missili è una immagine caricata su X per mostrare le possibili conseguenze se l’Iran non verrà fermato. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz scrive: “Il recente attacco dell’Iran a Israele è solo un’anteprima di quello che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato. Il mondo deve designare le Guardie rivoluzionarie iraniane come un’organizzazione terroristica e sanzionare il programma iraniano di missili balistici, prima che sia troppo tardi“.
Israele: l’offensiva contro l’Iran
L’attacco è stato “limitato“, come richiesto dagli Usa e dagli Stati europei e sembrerebbe che in Iran non vi siano stati feriti e solo qualche lieve danno agli edifici. Le immagini dei cittadini iraniani che proseguono tranquillamente la loro vita durante il bombardamento di Israele hanno fatto il giro del mondo. Una sorta di messaggio verso Netanyahu, a dimostrare che l’Iran resiste e che non ha intenzione di arrendere. Itamar Ben Gvir, ministro ministro israeliano della Sicurezza nazionale e leader di destra radicale, ha definito “moscio” l’attacco sferrato dai Israele nei confronti dell’Iran.
Ora, il pericolo maggiore però potrebbe venire proprio dallo Stato islamico. Sin da subito, Ebrahim Raisi aveva confermato l’intenzione di “rispondere duramente” a qualunque tipo di offensiva israeliana, di qualunque dimensione essa fosse. Si affaccia anche il pericolo del nucleare, con l’ipotesi che l’Iran decida di fare il salto nella produzione di uranio arricchito, così da averne abbastanza per costruire una bomba. Il G7 si riunirà a Capri questa mattina e le sanzioni contro l’Iran saranno nuovamente al centro del tavolo.
Le ipotesi sull’escalation tra Iran e Israele
“La rappresaglia ci sarà, e sarà dura. Ogni opzione è sul tavolo“, così l’ex capo del Mossad, Zohar Palti, ha confermato che il nucleare è una possibilità nei piani dell’Iran contro Israele. “Abbiamo il dito sul grilletto, se il regime sionista agirà contro i nostri impianti nucleari, affronterà la nostra reazione” ha invece avvertito Ahmad Haghtalab delle Guardie rivoluzionarie iraniane. La tensione cresce ed Israele ha comunque deciso di non attendere la fine della Pasqua ebraica, di non ascoltare i moniti dell’Occidente.
Nella notte l’Iran è stato colpito, con un’offensiva di ridotte dimensioni, finalizzata solo a ricordare che Israele non dimentica e non lascia nessuno impunito. Gli Usa hanno dichiarato di essere stati avvertiti dell’attacco ma di non avervi preso parte in nessun modo ed ha poi invitato i suoi ambasciatori a Tel Aviv di limitare gli spostamenti. L’Australia ha invitato i suoi cittadini residente in Israele ad abbandonare il Paese e il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è sincerato delle condizioni degli italiani in Iran. La preoccupazione è tanta ed ora si aggiunge anche l’ipotesi di un conflitto nucleare.
Israele non ha colpito alcun impianto nucleare in Iran e Rafael Grossi, capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), ha confermato che l’Iran ha preventivamente chiuso gli impianti nucleari “per ragioni di sicurezza“. Secondo fonti Usa c’è la possibilità che quello iraniano sia solo un tentativo di intimorire Israele, ma la certezza di tali informazioni non è garantita.