Il segretario nazionale della Federazione dei gestori e degli impianti di carburante: “Da anni diciamo che una serie di punti vendita lavorano in violazione delle regole”
“Bisogna chiarire una differenza fra omissione e ritardo” nell’esposizione del cartello sul prezzo medio di benzina e gasolio, “e sarebbe opportuno ragionare anche sulla possibilità, anziché esporre un cartello, di rendere disponibile al pubblico l’indicazione del prezzo medio sul portale ‘Osservaprezzi carburanti’ del Ministero delle Imprese e del Made in Italy”.
Lo ha affermato Alessandro Zavalloni, segretario nazionale di Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini), dopo l’incontro con il governo, soddisfatto di “un grande passo avanti, perché finalmente hanno compreso che c’è una legge della finanziaria 2008” sull’accisa mobile “e serve solo un decreto attuativo che la applichi periodicamente, come è accaduto nel 2008 e nel 2009”.
Garante sorveglianza prezzi: “Serve riforma profonda”
Zavalloni invita a considerare anche che “il 5 febbraio scatta l’embargo della Ue sui prodotti raffinati dalla Russia e inevitabilmente schizzerà la quotazione del Platts“, l’agenzia specializzata che ogni giorno fissa il prezzo a cui le raffinerie possono vendere una tonnellata di benzina o di gasolio. “Finalmente si è capito che un conto sono i gestori che non comunicano e un altro sono i casi di comunicazione ritardata: noi da anni diciamo che una serie di punti vendita lavorano in violazione delle regole, la Guardia di finanza deve andare là”, ha aggiunto Zavalloni, raccontando che durante l’incontro a Palazzo Chigi, con le sigle che hanno proclamato sciopero per il 25 e 26 gennaio, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo ha detto che “le rilevazioni fatte danno la correttezza dei prezzi. Secondo le nostre rilevazioni, quando sono state tolte le accise il prezzo è calato come doveva e quando sono state reintrodotte l’aumento è stato equivalente se non di poco inferiore. Noi – ha aggiunto – abbiamo azzerato le polemiche ma deve essere chiaro che i benzinai non hanno speculato. Ora serve una riforma profonda del settore, perché ci sono 13 miliardi di Iva e accise elusi e un sistema regolatorio che si è allentato”.