Il Superbonus potrebbe essere detratto in 10 anni per ridurre l’impatto sul debito pubblico. In più l’Upb teme un ritardo nell’aggiustamento dei conti e un allungamento dei tempi di fruizione delle compensazioni per le imprese. In arrivo nuove ipotesi: controlli dai Comuni e proroga per i condomini.
Ma partiamo dal principio, tenendo in considerazione che per molti il tema “economia” non è materia semplice. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, vuole fare in modo che i soldi del Superbonus, anziché essere restituiti in quattro anni, possano essere restituiti in dieci anni. Questa mossa serve a rendere meno pesanti per il governo gli sgravi fiscali per ristrutturazioni edilizie.
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Per chi è utile questa regola
Questa regola, che il Dipartimento del Tesoro sta considerando, sarebbe utile per coloro che non sono riusciti a vendere i loro crediti entro il 4 aprile e rischiano di non avere abbastanza soldi da parte per riscattare i costi delle loro ristrutturazioni, perché non guadagnano abbastanza per avere un rimborso in quattro pagamenti.
Ci sono alcune persone che avrebbero preferito ricevere tutti i soldi indietro in quattro anni anziché aspettare di più, ma sono poche. L’obiettivo principale di questa estensione dei tempi di rimborso è ridurre l’impatto del Superbonus sul debito pubblico.
L’Ufficio parlamentare di bilancio spiega che questa mossa manterrebbe il debito italiano al di sotto del 140%. Rispetto alle previsioni del Documento di economia e finanza, il debito scenderebbe dal 137,8% al 137,3% nel 2024, poi dal 138,9% al 137,9% nel 2025, dal 139,8% al 138,3% nel 2026 e dal 139,6% al 137,7% nel 2027. Tuttavia, questa estensione avrà delle conseguenze: aumenterà l’impatto annuale negli anni 2028-2033.
In altre parole, questa mossa potrebbe scontrarsi con il piano del governo di sistemare i conti entro sette anni, il quale prevede una diminuzione del debito accelerata dal 2028 al 2031. Quindi, estendere i tempi di rimborso potrebbe solo spostare i problemi finanziari al futuro.
L’Upb mette in guardia sul fatto che estendere il periodo per usufruire del Superbonus potrebbe ritardare i pagamenti, soprattutto per banche, servizi postali, imprese edili e altre aziende coinvolte nella ristrutturazione edilizia.
L’Authority dei conti pubblici nota che le richieste di rimborso fiscale sono aumentate notevolmente, passando da 6,4 miliardi nel 2022 a 20,9 miliardi nel 2023 e a 14,3 miliardi nei primi tre mesi del 2024. Per cercare di limitare questa spesa, il governo ha vietato ai debitori con più di 10 mila euro di debito di ottenere il rimborso. Ma il problema potrebbe peggiorare in futuro.
Il Superbonus lascerà un’impronta finanziaria pesante per il futuro, secondo l’Upb, che suggerisce di ripensare ai bonus, rendendoli più selettivi e subordinati a un’approvazione preventiva, basata sul reddito familiare e sull’efficienza energetica degli edifici.
Intanto, il Senato sta esaminando un emendamento che coinvolgerebbe i Comuni nei controlli sui cantieri del Superbonus, dando loro una parte dei soldi recuperati. Alcuni politici propongono di utilizzare i proventi delle verifiche per finanziare un’altra proroga per i condomini o per aiutare le zone colpite dai terremoti, come l’Emilia Romagna.
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