Le riflessioni del presidente della Repubblica al 31esimo anniversario dalla morte di Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro
“La mafia li ha uccisi, ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza”. Queste sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del trentunesimo anniversario dalla morte di Giovanni Falcone.
Mattarella: l’insegnamento di Falcone
“Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa. L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire” ha dichiarato Mattarella.
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“Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità” ha aggiunto il Capo dello Stato.
Mattarella sulla strage di Capaci: “Iscritti nella storia della Repubblica”
“I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia” ha sottolineato Mattarella, aggiungendo come Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta “sono iscritti per sempre nella storia della Repubblica.
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