La leader di Fdi: «Senza intesa salta la coalizione». Ma il presidente di Forza Italia smorza i toni: «Agli italiani interessa come uscire dalla crisi, non altro»
Dopo le tensioni per il non voto alla fiducia a Draghi, il centrodestra ragiona sul nome per il candidato premier ma la scelta appare ancora lontana. Ad alzare i toni è Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia si gioca il tutto per tutto dai banchi dell’opposizione e cerca di capitalizzare al massimo il malcontento degli italiani in questa fase. «Se non dovessimo riuscire a metterci d’accordo sul nodo della premiership nel centrodestra non avrebbe senso andare al governo insieme», ha spiegato in un’intervista al Tg5. «Confido che si vorranno confermare, anche per ragioni di tempo, regole che nel centrodestra hanno sempre funzionato, che noi abbiamo sempre rispettato e che non si capisce per quale ragione dovrebbero cambiare oggi».
Berlusconi smorza i toni: «Agli italiani non interessa»
Un attacco che Silvio Berlusconi ha subito cercato di smorzare, in particolare in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. «Io non riesco ad appassionarmi a questo problema, e non credo appassioni gli italiani. Agli italiani interessano le nostre proposte per uscire dalla crisi, per dare speranze ai giovani e sicurezza agli anziani, per ridurre le tasse e creare occupazione, per tagliare la burocrazia, per difendere l’ambiente. Del resto non mi pare che i nostri avversari abbiano indicato un candidato premier. Perché questa pressione su di noi?».
Il presidente di Forza Italia torna poi sulle polemiche relative al mancato voto di fiducia a Draghi. «Noi avevamo chiesto che il governo Draghi, voluto da noi per primi, andasse avanti fino alla fine della legislatura, naturalmente senza i Cinque Stelle, che si erano posti fuori da soli. Era la condizione per un rilancio dell’attività di governo che lo stesso Draghi aveva definito indispensabile». Berlusconi poi respinge anche le ipotesi di una promessa ricevuta per far cadere il governo come la presidenza del Senato. «Io non ho bisogno di alcuna ricompensa. Ho avuto l’onore di guidare il mio Paese per 10 anni. Naturalmente chi ha voluto indicarmi per la seconda carica dello Stato ha compiuto un atto di riguardo e di amicizia nei miei confronti che apprezzo particolarmente. Devo però aggiungere che non sono in alcun modo interessato a quel ruolo».