L’invio di milizie che ha fatto discutere Montecitorio. Si accendono i contrasti e differenti visioni sugli aiuti a Kiev
Il dibattito si accende sul decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al Governo di inviare armi all’Ucraina. Le posizioni dei partiti si fanno largo alla Camera.
Opposizione spaccata
Tra l’opposizione, il Pd e Terzo Polo si scherano a sostegno dell’appoggio militare a Kiev, mentre M5s e Alleanza Verdi e Sinistra sono contrari all’invio di armi. Il presidente del M5s, Giuseppe Conte ha infatti dichiarato: “Io non vedo sforzi creativi, non vedo coraggio in questa fase storica da parte dell’Unione. Vedo un’Unione europea che non riesce a tirare fuori una posizione comune e a costruire un percorso che sia in qualche modo alternativo rispetto all’unica strada che adesso stiamo attraversando e percorrendo, quella di un’escalation militare”.
Nel Pd invece, la posizione è ben diversa. Paola De Micheli ha affermato in merito: “Noi siamo per sostenere la resistenza Ucraina. La Pace non puo’ essere una resa.“.
Il fronte unito della maggioranza
Nessuna discussione tra la maggioranza: la posizione è chiara e l’invio di armi a Kiev sono necessari per placare le forze armate russe. Fratelli d’Italia ha sempre votato a favore sui decreti rispetto le milizie. Tajani di Forza Italia – anche lui favorevole – ha fatto più volte riferimento ai missili terra-aria Samp-T, di fabbricazione italo-francese,essenziali per la difesa aerea dell’Ucraina per abbattere i missili russi e i droni forniti dall’Iran ma anche “altre azioni a cui lavoriamo riservatamente“. “Essere protagonisti della ricostruzione perché anche l’Ucraina possa essere in futuro un Paese europeo che abbia infrastrutture moderne e competitive” ha poi aggiunto.
“Nel conflitto tra Russia e Ucraina noi siamo allineati con le posizioni occidentali”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, augurandosi che la guerra “finisca il prima possibile”.