Diverse le sfide per la presidente che ha portato il Paese nella Nato: i sondaggi danno i tre principali partiti al 20%, ma eventuali accorpamenti rischiano di inquinare i programmi originali
Tre partiti pronti a conquistare il 20% dei voti. E’ lo scenario che Sanna Marin vorrebbe evitare, per arrivare magari ad avere una maggioranza di centrosinistra più ampia, come successo per il suo primo mandato. La sua socialdemocrazia è a rischio? E’ la domanda che in questi giorni diversi analisti si sono posti, soprattutto in considerazione del differente scenario internazionale, condizionato inevitabilmente dalla guerra.
La Nato e le altre questioni che spostano voti
Il mandato della Marin resterà comunque nella storia: non solo perché il gruppo di governo è guidato da tutte donne – e anche giovani, lei ha 37 anni – ma anche perché proprio con la Marin la Finlandia è entrata nel vivo rispetto al piano di ingresso nella Nato. Una decisione che ha cambiato il volto del Paese, da sempre avulso da posizionamenti belligeranti.
Cosa potrebbe cambiare
Oggi le elezioni si preannunciano come una corsa estremamente combattuta fra tre partiti: i socialdemocratici della premier, il Partito della Coalizione Nazionale di centro-destra e il partito populista di destra Veri finlandesi. Se ognuno dei tre, come pare, si aggirasse intorno al 20%, ecco che chiunque otterrà il maggior numero di voti dovrebbe iniziare i colloqui per la formazione di una coalizione di governo. Al momento la Marin governa con il Partito di Centro, la Lega Verde, l’Alleanza di Sinistra e il Partito Popolare Svedese in Finlandia. Marin ha escluso che i socialdemocratici si alleino con il partito Veri finlandesi dopo le elezioni, adducendo differenze sostanziali nei valori e nelle politiche, visto che i candidati del partito populista e nazionalista hanno presentato una piattaforma anti-immigrazione e anti-Unione europea. In caso di vittoria del partito di Marin, la formazione di una nuova coalizione è fuori discussione, poiché il Partito di Centro ha dichiarato di non essere più favorevole alla squadra originaria. Dall’altra parte, il Partito di Coalizione Nazionale (Ncp), guidato dall’ex ministro delle Finanze Petteri Orpo, condivide lo stesso obiettivo di neutralità climatica dei socialdemocratici, ma potrebbe avere difficoltà a trovare un accordo sulle politiche economiche. L’NCP è aperto a formare una coalizione con i Veri finlandesi. L’economia, il cambiamento climatico e altre questioni che riguardano la vita quotidiana degli elettori, come l’istruzione e i benefit sociali, hanno dominato la campagna elettorale. La creazione di posti di lavoro e il rapido aumento del debito pubblico finlandese sono questioni che probabilmente preoccuperanno il prossimo governo del Paese nordico, che conta 5,5 milioni di abitanti.