La quarta missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza si concentra sullo sviluppo di un’economia circolare e la creazione dello sviluppo di tecnologie per la transizione ecologica e digitale in quattro atenei italiani. Prevista la partecipazione anche di Intesa Sanpaolo come socio fondatore
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza stanzia ben 1,6 miliardi per lo sviluppo di nuove tecnologie rivolte alla transizione sostenibile, green e digitale, in linea l’agenda dell’Unione europea. Obiettivo da centrare è la promozione dell’innovazione e diffusione dei nuovi mezzi tech anche attraverso la sinergia fra progetti tra università, enti di ricerca, imprese e startup.
Partecipa al progetto anche Intesa Sanpaolo, che finanzia la ricerca universitaria con la partecipazione a quattro Centri Nazionali per la ricerca in filiera di qualità. Il ruolo dell’ente bancario è quello di essere socio di quattro Fondazioni legate ad alcuni importanti atenei italiani quali il Tecnopolo di Bologna insieme all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Politecnico di Milano, Federico II di Napoli e Università degli Studi di Padova.
I centri coinvolti
Il primo dei quattro centri presi in considerazione dall’ente bancario è il Centro Nazionale Hpc, Big Data e Quantum Computing, con sede nel Tecnolopolo di Bologna sotto la guida dell’INFN, che insieme ai sistemi di supercalcolo di Ecmw, Cineca, si rivolge alle tecnologie per la computazione quantistica.
Si continua con il Centro Nazionale Mobilità Sostenibile con sede, guidato dal Politecnico di Milano, per lo studio di soluzioni sul tema di mobilità inclusiva, sostenibile e decarbonizzata e passare al Centro Nazionale Tecnologie dell’agricoltura (Agritech) con sede a Napoli, guidato dall’Università di Napoli Federico II, il cui ruolo è lo studio per una transizione verso un’agricoltura ecologica, innovativa e orientata a un adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici.
Ultimo è, infine, il Centro Nazionale di Sviluppo di Terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna, infine, guidato dall’Università degli Studi di Padova, per la trasformazione della conoscenza scientifica nello sviluppo di terapie a Rna, una tecnica utilizzata con i vaccini anti-Covid per sviluppare approcci terapeutici innovativi, sicuri ed efficaci.