Arriva lo studio su 2600 territori nel mondo e la mappa delle zone più vulnerabili. Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna le regioni italiane più esposte
Le regioni di Cina e Stati Uniti, paesi cruciali per l’economia globale, sono le più a rischio per gli effetti distruttivi del cambiamento climatico. È quanto è emerso da uno studio che analizza i rischi per gli edifici.
Lo studio su 2600 territori nel mondo
La società australiana XDI, specializzata nella valutazione dei rischi climatici per investitori e analisti finanziari, ha esaminato più di 2.600 territori in tutto il mondo (Stati americani e indiani, province cinesi, regioni francesi, ecc.) per classificarne la vulnerabilità entro il 2050. “Abbiamo un segnale molto forte su Paesi come la Cina, gli Stati Uniti e l’India. Questi sono fondamentalmente i motori dell’economia mondiale, dove si concentrano molte infrastrutture”, ha sintetizzato Karl Mallon, direttore di XDI per la scienza e l’innovazione, durante una presentazione ai giornalisti.
Vulnerabilità climatica: Cina e Stati Uniti sono zone rosse
Questi tre Paesi rappresentano da soli l’80% dei 50 territori più a rischio, secondo la classifica svelata da XDI. Dei primi 10 territori, nove sono cinesi, a partire dalle province di Jiangsu, Shandong e Hebei, nella parte orientale del Paese. La mappa del mondo è quindi chiaramente colorata di rosso – segno di rischio – in Cina. Anche gli Stati americani con un’importanza economica significativa sono presenti nella classifica: Florida (10°), California (19°), Texas (20°). Particolarmente minacciate pure le regioni di India, Indonesia e Brasile.
La situazione in Europa e in Italia
In Europa, lo Stato tedesco della Bassa Sassonia è il territorio più esposto (56° al mondo). Per quanto riguarda l’Italia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono nella top ten delle regioni europee maggiormente esposte e più vulnerabili al cambiamento climatico al 2050. Veneto e Lombardia sono al quarto e quinto posto, mentre l’Emilia Romagna all’ottavo, a livello europeo. A livello mondiale, invece, il Veneto è al 74esimo posto, la Lombardia al 117esimo e l’Emilia Romagna al 133esimo.
Le 8 conseguenze del cambiamento climatico secondo XDI
La metodologia di XDI si concentra sul rischio per gli edifici rappresentato da otto conseguenze del riscaldamento globale: inondazioni fluviali e superficiali, inondazioni costiere, caldo estremo, incendi boschivi, movimenti del terreno (legati alla siccità), vento estremo e gelo-disgelo. I calcoli si basano su uno scenario pessimistico elaborato dagli esperti climatici delle Nazioni Unite che prevede un riscaldamento globale superiore a 3 gradi entro la fine del secolo, con emissioni elevate.
L’ad di XDI: “Comprendere e valutare meglio il rischio climatico”
Secondo XDI, questo scenario viene generalmente utilizzato come base per la valutazione del rischio da parte delle banche. “Pubblichiamo questa analisi in risposta alle richieste degli investitori di dati sul rischio regionale”, ha spiegato Rohan Hamden, amministratore delegato di XDI. “Poiché le infrastrutture costruite si sovrappongono tipicamente ad alti livelli di attività economica e di valore del capitale, è imperativo che il rischio fisico del cambiamento climatico sia meglio compreso e valutato”, ha aggiunto.
Le conseguenze finanziarie del cambiamento climatico
Gli autori sottolineano che questa situazione dovrebbe incoraggiare i Paesi a emettere meno CO2 per limitare il riscaldamento globale e i disastri che lo accompagnano. Ma sottolineano che ciò avrà anche conseguenze finanziarie – ad esempio sul prezzo di alcune obbligazioni – e sul comportamento degli attori economici. “Chi vuole aprire una fabbrica o una catena di approvvigionamento in questi Stati e province ci penserà due volte”, prevede Karl Mallon. Nella migliore delle ipotesi, potrebbe esserci un premio di rischio in queste giurisdizioni e, nella peggiore, una fuga di capitali dagli investitori in cerca di rifugi sicuri”.