La decisione presa ieri dal Consiglio di Stato sulle Balneari fa discutere la maggioranza. I giudici hanno ribadito l’obbligo per i comuni di procedere immediatamente alla gara per l’assegnazione delle concessioni, assicurando un contesto effettivamente concorrenziale.
Balneari: le reazioni della politica
“La sentenza del Consiglio di Stato, che blocca le proroghe e avvia le gare per l’acquisizione delle spiagge italiane commette l’errore di non considerare i risultati della mappatura fatta dal Governo che, sebbene ancora in discussione a Bruxelles, ha comunque accertato che le nostre coste non sono una risorsa scarsa. Così facendo, la sentenza omette un elemento importante e, incomprensibilmente, emette una decisione in contrasto con un dato evidente”. E’ quanto dichiara Salvatore De Meo (Forza Italia), presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo.
“Sinceramente, in un momento in cui ci sono ben altre emergenze e priorità in Italia e nel mondo, considerata anche l’interlocuzione in essere tra il nostro Governo e la Commissione europea nella definizione della procedura di infrazione, non comprendo le motivazioni di questa decisione. Di fronte a ciò credo che il Governo e il Parlamento debbano intervenire tempestivamente per mettere fine a una querelle che, proprio nel giorno della festa dei lavoratori, sta mettendo in discussione migliaia di posti di lavoro” afferma.
Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia, ad ‘Agorà’ su Rai3, a proposito del nodo balneari afferma: “Stiamo facendo quello che nessuno ha mai fatto, cioè una mappatura che ti dà l’idea che in Italia quella risorsa, la risorsa spiaggia, non è così scarsa come invece viene dipinta“.
Concessioni balneari: le reazioni divergenti alla sentenza
Il presidente di Federbalneari Italia, Marco Maurelli, ha espresso sconcerto per la sentenza: “Siamo sgomenti per l’ennesima sentenza del Consiglio di Stato che non rispetta neppure la legge Draghi sui termini del 2024 in attesa di una riforma del settore balneare ormai attesa, né il lavoro richiesto dalla direttiva servizi sulla mappatura che il Governo sta gestendo, né tantomeno il negoziato formale con la Commissione Ue per una riforma che riteniamo ormai necessaria per mettere ordine al settore”, e aggiunge: “Siamo contrari ai tribunali che fanno le norme sostituendosi al Parlamento e intervenendo anche sui principi eurounitari. Situazione di caos che il nostro Paese non può certo permettersi a stagione avviata.”.
Angelo Bonelli di Europa Verde ha commentato causticamente il verdetto, in particolare facendo riferimento al lavoro di mappatura condotto dal governo, che secondo il deputato sarebbe stato manipolato aumentando notevolmente il numero di chilometri di costa presenti sul territorio italiano, così da far passare il messaggio che le spiagge non siano un bene particolarmente raro, “per dimostrare che le spiagge italiane sono un bene disponibile e quindi non mandare a gara le attuali concessioni demaniali”.
Diversamente, fonti di Fratelli d’Italia (FdI) hanno invece sottolineato la serietà della mappatura delle coste italiane effettuata dal governo nei mesi scorsi e il progresso della collaborazione con la Commissione Europea per superare la procedura di infrazione e definire una normativa di riordino del settore: “La mappatura delle coste, svolta nei mesi scorsi dal tavolo tecnico sulla base dei dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è frutto di un lavoro serio che ha visto coinvolti tutti i ministeri competenti. I risultati di tale lavoro sono oggetto dell’interlocuzione in corso tra il governo e la Commissione europea, volto a superare la procedura di infrazione e a definire una norma di riordino dell’intero settore che dia certezza agli operatori e alle amministrazioni locali”.