Il denaro sarebbe quello della banca centrale afghana, conservati nella banca federale statunitense. Il giudice spiega la sua decisione: «Significherebbe riconoscere il governo dei talebani»
Ci sono circa 3,5 miliardi di dollari della banca centrale afghana congelati nella banca federale degli Stati Uniti – la Fed – ma che non possono essere utilizzati come risarcimento per le famiglie delle vittime dell’attacco alle Torri Gemelle. La decisione è stata presa dalla giudice Sarah Netbum, che apre un nuovo capitolo per la gestione del fondo monetario.
Il provvedimento impedisce che, tramite la donazione, sia implicitamente riconosciuto il governo dell’Afghanistan. Netbum spiega, inoltre, che «le vittime dei talebani hanno combattuto per anni per la giustizia, la responsabilità e per essere ricompensate. Ma la legge limita i compensi che la corte può autorizzare».
Continua il dibattito sulla gestione dei soldi afghani, che sono reclamati dai famigliari delle vittime dell’11 settembre. La cifra rientra negli oltre 7 miliardi già depositati alla Fed lo scorso anno, prima che le truppe talebane prendessero il controllo del Paese.
Nello scorso febbraio, Joe Biden li ha congelati, riservando una metà alla popolazione afghana e l’altra metà alle famiglie delle Torri Gemelle, da reclamare. A complicare la cosa è la sentenza del giudice federale del Southern District di New York, George Daniels, che si pone contro quella della collega.