I tre principali partiti finiscono punto a punto: la Marin, a poche ore dalla chiusura, è però terza dietro alla Coalizione nazionale e alla ultradestra
Servirà un conteggio mozzafiato per definire il quadro che emerge dal voto in Finlandia. Il partito socialdemocratico della premier uscente Sanna Marin e i conservatori della Coalizione nazionale se la giocano, ma la sfida vede protagonista anche l’ultradestra di Riikka Purra.
In base alle proiezioni serali, su due terzi dei votanti nelle elezioni per il rinnovo dell’Eduskunta, il parlamento monocamerale finlandese, se la giocano ancora la Coalizione nazionale (Kokoomus) di centro-destra di Petteri Orpo, davanti al partito nazional-populista ed euroscettico dei ‘Veri Finlandesi’. All’Sdp di Marin non è bastata la popolarità della giovane premier.
Ecco che dunque potrebbe verificarsi la necessità di una tortuosa trattativa per la formazione della coalizione che sosterrà il governo, considerando i diversi veti incrociati espressi da alcune forze in campagna elettorale. Tradizionalmente in Finlandia all’esito delle elezioni, con sistema proporzionale e seggi assegnati per circoscrizioni in base alla popolazione, il partito più votato cerca di formare la coalizione di governo e indica il premier ormai dagli anni Novanta. Per la maggioranza servono 101 deputati sui 200 del parlamento. Sia socialdemocratici di Marin e sia il centro-destra di Orpo sono in decisa crescita rispetto al 2019, in un voto che ha diviso il Paese tra favorevoli e contrari ai tagli al welfare o alle misure di austerity per ridurre il debito, in un contesto di inflazione alle stelle e i timori di recessione. Su questa polarizzazione hanno perso voti tutti i partiti della coalizione che sostiene la giovane premier, con una debacle dei verdi e una tenuta sopra le attese solo del Centro (12,5%), che sarà decisivo nella formazione di una coalizione in cui anche un deputato fa la differenza.