Il sottomarino Belgorod è appostato nei mari artici con un arsenale che preoccupa. Fra le armi c’è anche il missile Poseidon
Vladimir Putin non scherzava quando evocava l’utilizzo di armi nucleari tattiche per proseguire l’attacco nel conflitto contro l’Ucraina. Secondo un’informativa della Nato e le stime condotte dalla Federation of American Scientist, parcheggiato fra le onde dei mari artici c’è il micidiale sommergibile Belgorod, dotato di un arsenale distruttivo, in grado di dare una nuova svolta alla guerra.
Circa 5.977 testate nucleari a disposizione, più di qualsiasi altro Paese al mondo e di tutte le riserve Nato messe insieme: questa è la stima. Vero è che molte di queste, quasi 1500, sono in fase di smantellamento perchè troppo vetuste, ma il numero fa comunque preoccupare.
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Non solo: presenti sul Belgorod anche 1.588 bombe pronte all’uso, montate su basi di lancio da terra, lanciamissili sottomarini e caccia. Cresce l’allarme e la soglia di attenzione sulle prossime mosse della Russia.
Le armi tattiche nucleari presenti sul sommergibile hanno una gittata molto inferiore rispetto a quelle strategiche. Il loro utilizzo consentirebbe una mira più precisa in grado di colpire obiettivi specifici sul campo.
Paura per il missile Poseidon
A preoccupare maggiormente è la presenza sul sommergibile russo del missile-drone Poseidon, concepito per percorrere oltre 10mila chilometri di distanza con testate atomiche da due megatoni. È stata la stessa tv russa a esaltare l’arma, il cui rilascio vicino le coste potrebbe provocare uno tsunami radioattivo, con onde alte fino a 500 metri, in grado di spazzare via interi territori.
A bordo del Belgorod ci sono anche altre superarmi, a partire dal decantato missile balistico intercontinentale Sarmat, considerato fiore all’occhiello del presidente russo. È stato Putin a definirlo, infatti, un’arma “che non ha eguali” in tutto il mondo e in grado di “eludere ogni sistema di difesa millistico”, trasportando ben 15 testate nucleari lungo una traiettoria di volo che può arrivare a 18mila chilometri.
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