Medio Oriente, Netanyahu: “Cerchiamo Paesi che accolgano i cittadini di Gaza”

L'Iran ha invece negato il suo coinvolgimento nell'attacco degli Houthi all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Israele ha promesso vendetta anche contro Teheran, chiarendo che senza il loro supporto tale operazione non sarebbe stata possibile

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Il piano israeliano per l’occupazione della Striscia di Gaza continua, nonostante le preoccupazioni internazionali per il futuro dei gazawi. Il presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato che l’inizio della missione è ormai vicino. L’esercito israeliano entrerà con tutta la sua forza nella Striscia nei prossimi giorni“, ha spiegato il capo del governo dello Stato ebraico, sostenendo che al momento non è possibile prendere in considerazione uno scenario in cui la guerra possa essere fermata.

Un cessate il fuoco temporaneo potrebbe verificarsi, ma andremo fino in fondo“, ha poi aggiunto in una nota ufficiale, prima di chiarire che Israele è al lavoro per individuare Paesi che siano disposti ad accettare i palestinesi che lasceranno la Striscia di Gaza. “Se offriamo loro l’opportunità di andarsene, vi dico, più del  50% se ne andrà, e penso anche di più“, ha poi aggiunto il premier, evidenziando come Gerusalemme abbia voluto creare un “istituto che permetterà loro di andarsene“. Il problema, ora, sarebbe proprio quello di trovarli.

Medio Oriente, il piano israeliano per l’occupazione della Striscia

La scorsa settimana, il gabinetto politico di sicurezza di Israele ha approvato un piano che prevede l’espansione delle operazioni a Gaza, compreso il tentativo di occupazione della Striscia e il conseguente spostamento della popolazione verso Sud.

La stessa riunione ha poi confermato la possibilità di far entrare aiuti umanitari nella Striscia. Questi, però, non saranno gestiti da Hamas ma da aziende private, con l’obiettivo di evitare che l’organizzazione terroristica palestinese possa appropriarsene.

La preoccupazione in relazione agli obiettivi dello Stato ebraico cresce di giorno in giorno. Il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha sostenuto che le truppe dell’Idf saranno autorizzate ad entrare nella Striscia con l’obiettivo di rimanervi. In contemporanea, la “maggior parte” della popolazione civile sarà allontanata dalla zona. Non vi sono specifiche, però, sul loro futuro.

Il pericolo è che il piano israeliano prevede di fatto un’occupazione fissa della Striscia, a scapito dei residenti gazawi. Intanto, di giorno in giorno, la situazione assumere sempre più dettagli. Secondo Ynet, che cita Reuters, sembrerebbe che gli Usa e Israele abbiano discusso la possibilità che Washington guidi un governo temporaneo nel periodo successivo alla guerra nella Striscia di Gaza.

Secondo le fonti, le discussioni si sono concentrate sull’opzione di istituire un governo di transizione guidato da un funzionario americano che supervisionerebbe Gaza finché non sarà smilitarizzata e finché non sarà istituito un nuovo governo.

La situazione degli aiuti umanitari a Gaza

La preoccupazione maggiore, al momento, riguarda l’approvvigionamento di aiuti umanitari e cibo nella Striscia. L’Idf ha recentemente iniziato a costruire un sito di distribuzione alimentare nel sud  di Gaza. Un’iniziativa criticata dalle organizzazioni umanitarie, che temono che questa modalità non permetta un’equa distribuzione di cibo e rifornimenti.

Il primo ministro palestinese, Mohamed Mustafa, ha dichiarato la la Striscia di Gaza zona di carestia, per poi invitare le Nazioni Unite a mettere in atto ogni sforzo possibile per porre fine a questa situazione. “Non lasciate che i bambini di Gaza muoiano di fame. Non permettete che cibo e acqua siano usati come armi di  guerra e di controllo“, ha dichiarato per poi aggiungere che questa carestia deve essere ritenuta un “crimine umanitario“.

Netanyahu: “Israele risponderà agli Houthi”

Nella giornata di ieri Israele ha subito un duro colpo, a causa del missile degli Houthi che è riuscito a colpire un’area vicina all’aeroporto di Ben Gurion. Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Sarea, ha dichiarato che l’attacco andato a buon fine, con il missile che ha toccato terra esplodendo, è la dimostrazione per le compagnie aeree internazionali che lo scalo non è sicuro.

Netanyahu ha deciso di tenere un colloquio telefonico urgente con diversi ministri e responsabili delle forze della difesa, con l’obiettivo di valutare la situazione. “Israele risponderà agli Houthi con la forza. Non ce ne vergogneremo, attaccheremo, e attaccheremo duramente“, ha dichiarato un funzionario che è voluto rimanere anonimo.

Le conseguenze dell’attacco degli Houthi

Il gabinetto politico di sicurezza organizzato d’urgenza da Benjamin Netanyahu ha visto la partecipazione dei ministri della Difesa Israel Katz, delle Finanze Bezalel Smotrich, degli Esteri Gideon Sa’ar, della Sicurezza Itamar Ben-Gvir e anche di alti funzionari della difesa. Nel corso della riunione, i vertici del governo israeliano hanno deciso di non lasciare impunita l’azione degli Houthi, come riferiscono i media locali.

Il primo ministro si è allineato alle dichiarazioni di Donald Trump che in un post sul suo social Truth ha sostenuto che l’attacco all’aeroporto di Tel Aviv è stato possibile solo grazie all’aiuto garantito agli Houthi dallo Yemen. “Israele risponderà all’attacco degli Houthi contro il nostro aeroporto e, nel momento e nel luogo da noi scelti, risponderemo anche ai loro maestri iraniani di terrorismo“, ha infatti scritto Netanyahu su X. Inoltre, il premier ha sostenuto che la risposta arriverà in un momento e in luogo che rimarranno segreti. Tel Aviv ha poi chiarito che ogni risposta militare sarà messa in atto in coordinamento con gli Usa.

Di fronte alle minacce di Israele, il ministro della Difesa iraniano, Aziz Nasirzadeh, ha voluto mettere in chiaro che se Teheran verrà attaccata o se “verrà imposta una guerra” allora il Paese sarà pronto a rispondere con la forza. “Non siamo nemici dei nostri paesi vicini, e loro sono nostri fratelli, ma le basi americane sul loro territorio saranno i nostri obiettivi“, ha spiegato, chiarendo che non vi sarà alcun limite alla risposta.

Il ministro degli Esteri iraniano ha poi respinto le accuse secondo cui l’Iran avrebbe supportato le azioni militari portate avanti dagli Houthi. Il sostegno dello Yemen ai palestinesi, infatti, sarebbe una scelta autonoma e non forzata da terze parti. Inoltre, Teheran ha dichiarato di ritenere che gli Usa sono “entrati in guerra contro il popolo dello Yemen per sostenere il genocidio commesso dal regime sionista e ad aver commesso crimini di guerra con i raid in Yemen“.

Stop ai voli delle compagnie aeree verso Tel Aviv

A seguito dell’attacco, diverse compagnie aeree hanno deciso di sospendere i voli diretti all’aeroporto di Tel Aviv. Ita Airways ha sostenuto che la tratta sarà sospesa fino al 6 maggio, inclusi i voli AZ809 e AZ815 del 7 maggio.

La situazione è però in continua evoluzione, per cui si consiglia ai passeggeri di verificare lo stato dei propri voli. Tra i primi a sospendere il traffico aereo, Brussels Airlines, Air France e Lufthansa, che poi hanno confermato lo stop anche per i prossimi giorni. A queste si sono poi aggiunte British Airways, Air India, e molte altre, che continueranno a valutare la situazione con il passare delle ore.

Medio Oriente: Houthi attaccano Israele, drone contro aeroporto di Tel Aviv

Israele ha riportato che ieri avrebbero perso la vita due soldati israeliani nella Striscia di Gaza. Si tratta del capitano Noam Ravid e del sergente Yaly Seror, deceduti nel sud della striscia a causa di un’esplosione avvenuta mentre ispezionavano l’entrata di un tunnel. Inoltre, sembrerebbe che un riservista sia invece rimasto gravemente ferito durante i combattimenti che sono avvenuti nel nord di Gaza.

Questa mattina, invece, hanno risuonato nell’aria le sirene antiaeree della capitale dello Stato ebraico. Un missile proveniente dallo Yemen e diretto verso l’aeroporto Ben Gurion di Israele ha scatenato il panico ed è riuscito a sfuggire ai tentativi di distruzione dell’Idf. Le forze armate israeliane si sono immediatamente attivate, ma sembrerebbe che non siano riusciti a porre fine al viaggio del missile.

Un impatto è stato identificato nell’area dell’aeroporto di Ben Gurion“, ha quindi confermato l’esercito, annunciando che per il momento lo scalo del Paese rimarrà chiuso. I media locali, poi, segnalano un ferito dovuto all’esplosione, ma non vi sarebbe conferma ufficiale dell’informazione.

Medio Oriente: la situazione a Gaza, tra bombe e terrore

Israele ha l’obiettivo non cancellabile di riavere tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas, vivi o morti, e senza questa certezza il conflitto non potrà avere una fine. L’organizzazione palestinese, invece, si ostina a non accettare alcun accordo, in quanto convinta che Israele e Stati Uniti abbiano collaborato proprio per permettere la ripresa delle ostilità.

Nella notte, intanto, una serie di attacchi portati avanti dalle Forze di difesa israeliane (Idf), hanno ucciso almeno 39 persone, tra cui tre bambini. Lo riporta l’emittente televisiva Al Jazeera, secondo cui l’esercito dello Stato ebraico starebbe continuando a lanciare nuovi attacchi contro l’enclave palestinese. Nell ultime offensive, sembrerebbe che sia stato preso di mira un edificio residenziale a Khan Younis, dove sono morte 4 persone.

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