L’elezione del primo pontefice statunitense, Robert Francis Prevost, ha scatenato un moto di soddisfazione nel presidente Usa, Donald Trump. “Congratulazioni al Cardinale Robert Francis Prevost, appena nominato Papa”, ha scritto il titolare della Casa Bianca sul social di sua proprietà Truth.
“Che emozione, e che grande onore per il nostro Paese. Non vedo l’ora di incontrare Papa Leone XIV“, ha poi aggiunto, lasciando intendere dunque di poter essere intenzionato di recarsi in Vaticano proprio per incontrare il suo connazionale. “Sarà un momento davvero significativo!“, ha concluso. Parole che sembrano piuttosto simili a quelle scritte in occasione del funerale di Papa Francesco, durante il quale Trump è riuscito ad incontrare Volodymyr Zelensky.
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Il Papa neo eletto sembra però piuttosto distante dalle politiche del presidente americano. Nel corso della sua carriera sembra aver dimostrato una certa vicinanza agli emarginati e ai migranti, figure su cui Trump ha spesso assunto posizioni controverse. Inoltre, lo scorso 5 febbraio, quello che oggi è Papa Leone XIV ha preso una dura posizione nei confronti dell’amministrazione Trump.
Non sono però mancate le critiche nella grande eccitazione diffusa nel momento in cui si è scoperto che il Papa è per la prima volta nella storia un americano, nonostante non si trattasse del Cardinale Donal di New York al quale il Presidente aveva dato una sorta di endorsement, pur precisando di aver preferenze e scherzando che Papa voleva essere lui. Tra i crtici figurerebbero fra tutti, Laura Loomer, influencer cospirazionista di estrema destra e Steve Bannon, ex capo stratega del tycoon nella sua prima legislazione.
Prevost prima di diventare Papa
Il cardinale, prima di diventare Papa, possedeva un suo personale profilo X, dove più volte si è espresso in modo critico in merito a diverse scelte e imprese intraprese da Donald Trump. Tra i post, infatti, ce ne sono diversi che sono finiti sotto la lente di alcuni sostenitori trumpiani.
A febbraio, il cardinale Prevost ha criticato il braccio destro del tycoon, il Vicepresidente JD Vance, correggendolo su una questione che aveva declinato in un modo sbagliato, “Gesù non ci chiede di fare una classifica del nostro amore per gli altri“. Prevost si riferiva alle parole di Vance che, in un’intervista rilasciata a Fox News aveva detto che esiste un concetto cristiano che dice “che ami la tua famiglia e poi ami il suo vicino e poi ami la tua comunità e poi ami i tuoi concittadini e poi dopo dai priorità al resto del mondo“.
In un altro tweet risalente al 2017 invece, dopo l’incontro tra Trump e Papa Francesco, il neo eletto Papa rilanciava un post del “Movimento Laudato sì” che suggeriva al presidente statunitense di “agire per il clima“, visto che ha abbandonato anche gli Accordi di Parigi.
Nel movimento Maga però c’è anche chi non si preclude nulla, e desidera concedere il beneficio del dubbio al nuovo Papa. Un esempio proviene dall’attivista Charlie Kirk, anche lui di Chicago, che aiuta il tycoon a raccogliere il voto dei giovani, ha riconosciuto che ci sono diversi tweet circa “le frontiere aperte” che non apprezza, ma rivela anche di aver scoperto che Prevost sarebbe iscritto come elettore del partito repubblicano oltre ad essere contrario all’aborto.
La pace di Trump e la pace di Papa Leone XIV
“JD Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di dare una valutazione al nostro amore per gli altri“, aveva scritto, rispondendo alle parole del vicepresidente Usa, che aveva sostenuto che Dio ha insegnato al suo popolo ad amare maggiormente coloro che sono vicini e poi tutti gli altri. Una dichiarazione legata alla volontà dell’amministrazione del Tycoon di deportare gli immigrati irregolari presenti sul territorio americano.
Le parole di Papa Leone XIV, però, sembrano allinearsi agli appelli di pace che in queste settimane continua a pronunciare il presidente degli Stati Uniti. “Che la pace sia con voi“, sono state infatti le prime parole del pontefice, che ha poi dedicato buona parte del suo discorso proprio alla questione della pace.
Donald Trump è impegnato da settimane nel tentativo di pacificare l’Ucraina, invasa dalla Russia. Un obiettivo che sembra sempre più complesso e che starebbe frustrando enormemente il titolare della Casa Bianca. Il pontefice non si è espresso specificamente su un conflitto, ma ha parlato di pace in generale, invocandola e spronando i presenti a collaborare per cercare di raggiungere questo obiettivo.
Proprio a San Pietro, nel giorno dei funerali di Papa Francesco, il presidente Usa ha incontrato il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, per trattare proprio della possibile trattativa di pace per l’Ucraina. Resterà da capire se il presidente e il pontefice continueranno ad essere uniti per questa battaglia della pace, che per il Tycoon, però, è limitata solo all’Ucraina.
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