Russia, Putin rivendica sostegno alle truppe in Ucraina. Zelensky: “Pronti a tregua di 30 giorni”

Oltre 20 i leader internazionali presenti per la parata nella Piazza Rossa, tra cui il brasiliano Luiz Inàcio Lula da Silva, il serbo Aleksandar Vui e il primo ministro slovacco Robert Fico. Putin ribadisce nuovamente la sua posizione: "tutta" la Russia sostiene l'offensiva in Ucraina.

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Il giorno della vittoria si è aperto in Russia con un’immagine destinata a rimanere nella storia. Vladimir Putin, presidente della superpotenza russa, e Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, seduti uno al fianco dell’altro, pronti ad osservare la parata militare organizzata per celebrare l’80esimo anniversario della sconfitta del nazismo.

Un’immagine simbolica, che racchiude al suo interno innumerevoli significati. Dall’alleanza commerciale tra i due Paesi, che potrebbero stringere rapporti ancora più forti in risposta ai dazi imposti dagli Usa a Pechino, fino alla consapevolezza che due delle Nazioni più chiuse al mondo sono pronte a sostenersi a vicenda contro le altre egemonie del mondo.

Il presidente russo, poi, ha accolto oltre 20 leader stranieri, ma proprio la decisione di sedere al fianco del leader cinese ha dimostrato l’interesse a mantenere i rapporti solidi e protetti. Una sorta di cortocircuito, se si pensa ai tentativi di mediazione messi in atto dagli Usa al fine di concludere il conflitto in Ucraina.

Proprio in questo senso, nello stesso giorno della parata, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che domani a Kiev, capitale della Nazione invasa, si terrà un vertice a cui prenderanno parte anche i leader europei. Una dimostrazione di sostegno, necessaria in un momento storico in cui il conflitto imperversa senza tregua e soprattutto senza alcuna speranza per una fine in tempi brevi.

Zelensky, in collegamento con Leopoli, ha poi sottolineato la necessità di intervenire affinché la Russia sia impossibilitata a compiere nuovamente un’invasione di un Paese vicino. “Serve un’assunzione di responsabilità per la guerra“, ha infatti dichiarato il leader di Kiev, sostenendo che se anche solo un conflitto “resta impunito“, allora vi sarà sempre la possibilità che una Nazione decida di invaderne un’altra.

Il leader ucraino ha quindi chiesto che venga creato un meccanismo per prevenire guerre future, attraverso l’istituzione di un tribunale per i crimini di aggressione commessi dalla Russia. “Esorto tutta l’Europa e i nostri amici democratici in tutto il mondo a dare il loro sostegno politico a questa decisione“, ha quindi dichiarato, aggiungendo che l’Ucraina è pronta in qualunque momento a procedere con una tregua di 30 giorni.

Ho parlato ieri con il presidente Trump. Anche i nostri amici europei hanno avuto conversazioni con lui e siamo tutti concordi su questo“, ha spiegato Zelensky, chiarendo che nel caso in cui la Russia volesse proseguire sulla strada del conflitto, allora gli altri attori internazionali dovranno procedere con dure sanzioni. “Stiamo unendo quanti più paesi possibile per rendere questa pressione efficace”, ha concluso.

Le dichiarazioni di Putin

Valdimir Putin ha ribadito nuovamente la sua posizione: tutta” la Russia sostiene l’offensiva in Ucraina. Nonostante Putin abbia disposto una tregua “umanitaria” con l’Ucraina, in occasione della festa russa più sentita e patriottica, Kiev ha sostenuto che sia una “parata di cinismo” e che non assicura l’indennità dei leader che parteciperanno.

La partecipazione di figure di spicco, come il brasiliano Luiz Inàcio Lula da Silva, il primo ministro slovacco Robert Fico (nonostante gli avvertimenti di Bruxelles) e il presidente serbo Aleksandar Vui, rappresentano un ordine globale alternativo a quello occidentale.

Dalle parole di Putin, che ha tenuto un discorso brevissimo rispetto a quello degli scorsi anni, emerge un parallelismo palesatosi frequentemente dall’inizio della guerra: la similitudine tra l’esercito della Seconda Guerra Mondiale e quello attuale schierato sul fronte ucraino. Secondo quanto riportato da Interfax “combatteremo sempre contro il nazismo” e che “la Russia è stata e sarà un ostacolo invalicabile al nazismo, alla russofobia e all’antisemitismo e combatterà contro le atrocità commesse dai seguaci di queste convinzioni aggressive e distruttive”. “La verità e la giustizia sono dalla nostra parte” ha concluso Vladimir Putin.

La tregua di tre giorni

A mezzanotte, le 23 in Italia, la Russia ha ufficialmente dato il via alla tregua di tre giorni in occasione delle celebrazioni per vittoria sul nazismo a conclusione della Seconda guerra mondiale. L’annuncio è stato dato in tutto il Paese dai principali canali di informazione, come avvenne per la tregua indetta in occasione del giorno di Pasqua. In quel caso, comunque, i bombardamenti non si fermarono mai, quasi a minimizzare ancora di più il ruolo di un cessate il fuoco provvisorio che era stato criticato sia dall’Ucraina che dall’Ue.

Questa seconda tregua, invece, parte già in svantaggio. Kiev non ha mai effettivamente accettato l’accordo di Mosca, sottolineando come questa decisione possa essere interpretata come “una messa in scena“. Uno stop al conflitto per soli tre giorni, infatti, non è ritenuto un passo in avanti adeguato nei confronti della pacificazione del territorio. In questo senso, quindi, l’Ucraina ha rilanciato con la possibilità di una tregua di ben 30 giorni, senza però ricevere alcuna risposta da Mosca.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto alla comunità internazionale di unire le forze per fermare la Russia. “Il male deve essere combattuto insieme“, ha dichiarato in un video pubblicato per commemorare la fine della Seconda Guerra Mondiale.

L’incontro tra Putin e Xi Jinping

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che Mosca e Pechino sono al lavoro per rafforzare i loro legami “a beneficio dei popoli dei due Paesi“, continuando però a mantenere una posizione che non è contraria ad altre Nazioni. “Le nostre relazioni sono alla pari e reciprocamente vantaggiose e non dipendono dall’attuale situazione“, ha riferito il titolare del Cremlino, chiarendo che la decisione di continuare a costruire rapporti solidi ha il fine di garantire il proseguimento di un’interazione strategica.

Le relazioni tra Cina e Russia sono più sicure, stabili e resilienti nella nuova era“, ha spiegato Xi Jinping, aggiungendo che Pechino è intenzionata a rimanere al fianco di Mosca per combattere le “prepotenze egemoniche“.

Usa, Trump: “Non sono contento del comportamento della Russia”

Donald Trump, intanto, osserva da lontano lo scambio e si dice sempre più frustrato del comportamento del presidente russo, Vladimir Putin. Dal suo punto di vista, lo zar non sembrerebbe affatto intenzionato a compiere dei passi in avanti nei confronti del conflitto. Per questo, quindi, si inizia a vociferare di possibili sanzioni necessarie a porre Mosca nelle condizioni di non poter continuare il conflitto. Alcune crepe interne, poi, si starebbero manifestando anche all’interno dell’amministrazione Trump.

Il vicepresidente Usa, JD Vance, ha infatti sostenuto di ritenere eccessive le concessioni che gli Stati Uniti potrebbero garantire alla Russia nel caso in cui si potesse finalmente firmare un accordo sul cessate il fuoco definitivo. Incalzato sulla questione, Trump ha dimostrato di non essere affatto a conoscenza della posizione del suo numero due, tanto da chiedere ai cronisti: “Quando le ha dette queste cose?“.

Russia, l’arrivo di Xi Jinping a Mosca

A Mosca, nel frattempo, sono arrivati i leader internazionali invitati in occasione della parata del V-Day. Oltre al presidente serbo, Aleksandar Vucic, finito nella bufera per la sua partecipazione alla parata in quanto la Serbia sta lavorando per l’adesione all’Unione europea, e al premier slovacco, Roberto Fico, il grande attesto è il leader della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping.

Il presidente è arrivato ieri a Mosca sia per partecipare alle commemorazioni dell’80esimo anniversario vittoria sulla Germania nazista, sia per discutere del conflitto in Ucraina e delle relazioni con gli  Stati Uniti. Sembrerebbe, poi, che sul tavolo vi sia anche un dossier sulle forniture energetiche. Il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, ha sostenuto che i due leader adotteranno al termine dell’incontro due dichiarazioni congiunte. Una di queste sarà sulle relazioni bilaterali e un’altra sulla stabilità strategica globale.

Pechino continua a sostenere di aver assunto una posizione neutrale nei confronti del conflitto, anche se i Paesi dell’Occidente continuano ad accusarla di aver fornito a Mosca numerosi armamenti. Il presidente cinese ha però esortato Putin a non lasciarsi influenzare dai tentativi di terzi di minacciare i rapporti positivi esistenti tra i due Paesi.

Si ipotizza, dunque, che l’incontro di oggi possa essere utile anche per trattare possibili nuovi accordi commerciali, finalizzati ad eliminare le conseguenze dei dazi imposti da Trump a Pechino. Un’ipotesi riguarda il gasdotto Power Siberia 2, che potrebbe permettere di trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia alla Cina.

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