Nell’anno di massima spesa prevista il Piano nazionale di ripresa e resilienza attiverebbe una domanda di lavoro compresa tra l’1,7% e il 2,1% dell’occupazione alle dipendenze
Considerando solo le risorse erogate attraverso il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and resilience facility, RRF, il principale strumento del programma Next generation EU), nel 2024 l’occupazione generata nel complesso sarà di circa 300mila persone, il 77% della quale afferente al settore privato.
Lo studio della Banca d’Italia
L’attivazione che verrebbe generata dal totale dei nuovi fondi PNRR nell’anno di picco sarebbe pari a 375.000 (2,1%), di cui il 79% nel settore privato. Lo stima uno studio della Banca d’Italia pubblicato nelle Questioni di Economia e Finanza, intitolato “l’occupazione attivata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e le sue caratteristiche”.
L’obiettivo del documento è di proporre una quantificazione dell’occupazione generata nei diversi settori e la sua ripartizione per tipo di competenze richieste. In termini assoluti, l’aumento della domanda di lavoro sarebbe maggiore nelle costruzioni ma interesserebbe anche altri comparti di minore dimensione.
In questi settori l’incremento dell’occupazione indotto dal Piano rappresenterebbe una marcata inversione di tendenza rispetto alla dinamica osservata tra il 2014 e il 2019. Nel confronto con la composizione attuale dell’occupazione, la domanda aggiuntiva sarebbe maggiormente concentrata in comparti e attività professionali che impiegano personale altamente qualificato e specializzato.