Diverse associazioni di categoria chiedono che il comparto «sia considerato essenziale, in moda da assicurare continuità e sostenibilità della fornitura di gas, energia elettrica e carburanti per il trasporto»
In questi giorni non sentiamo parlare d’altro che di costi insostenibili per le imprese. La crisi energetica scoppiata qualche mese fa rischia infatti di mettere in ginocchio interi settori. Un grido d’aiuto ora arriva anche dalla filiera della salute, che potrebbe subire un brusco colpo proprio a causa di una possibile interruzione di forniture di farmaci e dispositivi. Purtroppo, l’aumento dei costi potrebbe compromettere l’attività delle aziende della distribuzione del farmaco.
Farmindustria, Egualia, Assoram, Adf, Federfarma Servizi, Federfarma, Assofarm e Fifo chiedono impegno e misure urgenti per salvaguardare il campo. È indispensabile «garantire le cure ai cittadini, evitando rischi di carenza di terapie in Italia e all’estero» e tutelare le imprese, messe a rischio sopravvivenza dal «rincaro esorbitante dell’energia del 600% rispetto a un anno fa».
Le diverse posizioni in campo
La Federazione italiana fornitori ospedalieri contesta le regole del payback, normativa in vigore dal 2015 «aggravata dal Governo uscente con il Decreto Aiuti bis. Tale sistema, ancora inattuato, ha l’obiettivo di contenere la spesa pubblica del Ssn obbligando le imprese fornitrici di Dispositivi Medici a rimborsare il 50% della spesa effettuata per il loro acquisto in eccesso dalle Regioni». Per la Fifo è assolutamente ingiusto e vessatorio tale provvedimento perché penalizzerebbe fortemente «produttori e distributori di dispositivi medici». «Qualora si rendesse attuativo il payback, con le integrazioni volute dal Decreto Aiuti bis, le aziende dovrebbero restituire in media somme pari a metà del proprio fatturato annuo», circa 3.6 miliardi di euro in totale.
A lanciare l’allarme anche l’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata; la presidente Barbara Cittadini ha dichiarato che «il caro energia sta travolgendo il sistema produttivo e dei servizi del Paese e, in particolare, la sanità», chiedendo «che la definizione degli strumenti necessari per affrontare questo problema diventi una priorità assoluta nell’agenda politica. Le bollette, in molti casi, sono aumentate anche del 400%. In una situazione di questo genere, si rischia davvero di trovarsi costretti a limitare servizi e prestazioni di cura».