Russia, oggi l’incontro tra Putin e Xi Jinping: “Sosterremo Mosca contro prepotenze egemoniche”

Il presidente è arrivato ieri a Mosca sia per partecipare alle commemorazioni dell'80esimo anniversario vittoria sulla Germania nazista, sia per discutere del conflitto in Ucraina e delle relazioni con gli  Stati Uniti. Sembrerebbe, poi, che sul tavolo vi sia anche un dossier sulle forniture energetiche

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A mezzanotte, le 23 in Italia, la Russia ha ufficialmente dato il via alla tregua di tre giorni in occasione delle celebrazioni per vittoria sul nazismo a conclusione della Seconda guerra mondiale. L’annuncio è stato dato in tutto il Paese dai principali canali di informazione, come avvenne per la tregua indetta in occasione del giorno di Pasqua. In quel caso, comunque, i bombardamenti non si fermarono mai, quasi a minimizzare ancora di più il ruolo di un cessate il fuoco provvisorio che era stato criticato sia dall’Ucraina che dall’Ue.

Questa seconda tregua, invece, parte già in svantaggio. Kiev non ha mai effettivamente accettato l’accordo di Mosca, sottolineando come questa decisione possa essere interpretata come “una messa in scena“. Uno stop al conflitto per soli tre giorni, infatti, non è ritenuto un passo in avanti adeguato nei confronti della pacificazione del territorio. In questo senso, quindi, l’Ucraina ha rilanciato con la possibilità di una tregua di ben 30 giorni, senza però ricevere alcuna risposta da Mosca.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto alla comunità internazionale di unire le forze per fermare la Russia. “Il male deve essere combattuto insieme“, ha dichiarato in un video pubblicato per commemorare la fine della Seconda Guerra Mondiale.

L’incontro tra Putin e Xi Jinping

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che Mosca e Pechino sono al lavoro per rafforzare i loro legami “a beneficio dei popoli dei due Paesi“, continuando però a mantenere una posizione che non è contraria ad altre Nazioni. “Le nostre relazioni sono alla pari e reciprocamente vantaggiose e non dipendono dall’attuale situazione“, ha riferito il titolare del Cremlino, chiarendo che la decisione di continuare a costruire rapporti solidi ha il fine di garantire il proseguimento di un’interazione strategica.

Le relazioni tra Cina e Russia sono più sicure, stabili e resilienti nella nuova era“, ha spiegato Xi Jinping, aggiungendo che Pechino è intenzionata a rimanere al fianco di Mosca per combattere le “prepotenze egemoniche“.

Usa, Trump: “Non sono contento del comportamento della Russia”

Donald Trump, intanto, osserva da lontano lo scambio e si dice sempre più frustrato del comportamento del presidente russo, Vladimir Putin. Dal suo punto di vista, lo zar non sembrerebbe affatto intenzionato a compiere dei passi in avanti nei confronti del conflitto. Per questo, quindi, si inizia a vociferare di possibili sanzioni necessarie a porre Mosca nelle condizioni di non poter continuare il conflitto. Alcune crepe interne, poi, si starebbero manifestando anche all’interno dell’amministrazione Trump.

Il vicepresidente Usa, JD Vance, ha infatti sostenuto di ritenere eccessive le concessioni che gli Stati Uniti potrebbero garantire alla Russia nel caso in cui si potesse finalmente firmare un accordo sul cessate il fuoco definitivo. Incalzato sulla questione, Trump ha dimostrato di non essere affatto a conoscenza della posizione del suo numero due, tanto da chiedere ai cronisti: “Quando le ha dette queste cose?“.

Russia, l’arrivo di Xi Jinping a Mosca

A Mosca, nel frattempo, sono arrivati i leader internazionali invitati in occasione della parata del V-Day. Oltre al presidente serbo, Aleksandar Vucic, finito nella bufera per la sua partecipazione alla parata in quanto la Serbia sta lavorando per l’adesione all’Unione europea, e al premier slovacco, Roberto Fico, il grande attesto è il leader della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping.

Il presidente è arrivato ieri a Mosca sia per partecipare alle commemorazioni dell’80esimo anniversario vittoria sulla Germania nazista, sia per discutere del conflitto in Ucraina e delle relazioni con gli  Stati Uniti. Sembrerebbe, poi, che sul tavolo vi sia anche un dossier sulle forniture energetiche. Il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, ha sostenuto che i due leader adotteranno al termine dell’incontro due dichiarazioni congiunte. Una di queste sarà sulle relazioni bilaterali e un’altra sulla stabilità strategica globale.

Pechino continua a sostenere di aver assunto una posizione neutrale nei confronti del conflitto, anche se i Paesi dell’Occidente continuano ad accusarla di aver fornito a Mosca numerosi armamenti. Il presidente cinese ha però esortato Putin a non lasciarsi influenzare dai tentativi di terzi di minacciare i rapporti positivi esistenti tra i due Paesi.

Si ipotizza, dunque, che l’incontro di oggi possa essere utile anche per trattare possibili nuovi accordi commerciali, finalizzati ad eliminare le conseguenze dei dazi imposti da Trump a Pechino. Un’ipotesi riguarda il gasdotto Power Siberia 2, che potrebbe permettere di trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia alla Cina.

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