All’indomani delle elezioni presidenziali in Romania di domenica scorsa, il Primo Ministro del Paese, l’europeista Marcel Ciolacu si è dimesso dall’incarico. Questa decisione sarebbe figlia dei risultati deludenti venuti fuori dallo spoglio: è netto il successo al primo turno per il candidato dell’estrema destra romena, George Simion, ma a incidere maggiormente sulle dimissioni è l’eliminazione alle presidenziali del candidato del partito di governo, Crin Antonescu, finito terzo con solo 0,5% in meno dell’altro candidato forte, Nicosur Dan, secondo nelle preferenze popolari.
Simion ha detto che nessuno si sarebbe mai potuto aspettare un tale successo – i sondaggi lo davano tra il 30% e il 34%, ha raggiunto il 40% – e questo, per il candidato favorito, è segno che i romeni non stessero apprezzando il governo di Ciolacu.
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Al suo posto, è stato nominato come Primo Ministro ad interim il ministro degli Interni della Romania, il liberale Catalin Predoiu, ex ministro della Giustizia e già Primo Ministro ad interim nel 2012.
Simion parla già da presidente della Romania
Si è concluso il primo turno – il ballottaggio tra Simion e Dan è previsto il 18 maggio -, ma il candidato ultranazionalista, animato dal risultato positivo nella prima tornata elettorale, dà per scontata vittoria finale e, al Corriere della Sera, delinea la linea politica che assumerà la sua presidenza.
Una volta che sarà capo dello Stato, Simion vorrebbe adottare per la sua Romania la stessa strategia in politica estera voluta da Giorgia Meloni in Italia. Sull’Ucraina, per il momento, si schiera nel condannare la guerra di aggressione russa, ma pone dei paletti al governo di Volodymyr Zelensky: “Manterremo la nostra posizione al fianco dell’Ucraina, solo se questa rispetterà i diritti delle minoranze, perché abbiamo mezzo milione di romeni lì e loro non rispettano i loro diritti in materia di chiesa e scuola: cercheremo di imporlo alla parte ucraina“.
Simion conferma la sua vicinanza con la presidenza Trump. “Sosteniamo una Nato forte e un’alleanza forte con l’amministrazione USA“, pertanto, da futuro presidente della Romania, voterà contro il ReArm dell’Unione Europea; “per scopi militari abbiamo la Nato e non serve creare una nuova forma di alleanza militare” perché questo vorrebbe dire creare due blocchi geopolitici separati, Unione europea e Stati Uniti come rivali. E “sarebbe pericoloso, anche più della minaccia russa“.
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