Le ostilità tra Russia e Ucraina continuano senza freni. Nella notte, tre persone sono state uccise in attacchi ucraini con droni nella regione del Kursk, un territorio russo che da agosto è divenuto teatro di un’incursione delle truppe ucraine. Il governatore regionale, Alexander Khinshtein, ha poi rivelato che sette persone sono rimaste ferite nell’attacco.
Il Cremlino, al netto delle ultime evoluzioni del conflitto, ha annunciato che Mosca rispetterà l’impegno a mantenere una tregua di tre giorni da domani fino al 10 maggio. Nel caso in cui, invece, l’Ucraina non dovesse rispettarla, allora la Russia sarà pronta a rispondere “immediatamente” a qualsiasi attacco.
Leggi Anche
La Santa Sente, intanto, ha pubblicato in una nota il messaggio condiviso dai Cardinali della Santa Romana Chiesa in cui i porporati fanno appello al fine di ottenere la pacificazione dei territori in cui al momento sono in corso conflitti. Nel corso della Congregazione Generale, i cardinali hanno “constatato con rammarico” che al momento non si sono registrati progressi per favorire i processi di pace in Ucraina, in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo.
In realtà, è stato riconosciuto come questi conflitti in realtà si siano intensificati gli attacchi ai danni della popolazione civile. Il collegio dei cardinali ha quindi rivolto una dura critica nei confronti di coloro che dovrebbero portare alla conclusione di queste guerre, per poi rivolgere un appello ai fedeli, così che questi intensifichino “la supplica al Signore per una pace giusta e duratura“.
La tregua di tre giorni proposta da Putin per il V-Day
La proposta di un cessate il fuoco di 3 giorni in occasione della celebrazione della liberazione della Russia dal nazismo non è un accordo accettabile per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo ha confermato lui stesso, esortando nuovamente la Russia a procedere con una tregua che abbia una durata di almeno 30 giorni. Una richiesta che al momento resta senza risposta e che ha convinto il leader di Kiev ad usare toni forti e a minacciare di non rispettare i tre giorni di stop alle armi annunciati da Vladimir Putin.
Il presidente ucraino ha commentato gli ultimi attacchi alla sua Nazione definendo il suo omologo russo come “un cinico” che teoricamente chiede una tregua e di fatto continua ad attaccare l’Ucraina. “I russi chiedono silenzio il 9 maggio, ma loro stessi colpiscono l’Ucraina ogni giorno. Questo è cinismo di altissimo livello“, ha infatti dichiarato su Telegram, ricordando nuovamente come il suo Paese sia pronto ad un vero cessate il fuoco, con una durata di almeno un mese. Intanto, in Russia proseguono i preparativi per i festeggiamenti dell’80esimo anniversario dalla sconfitta del nazismo.
Putin: “Riconciliazione con l’Ucraina è inevitabile”
Questa sera andrà in onda un documentario esclusivo dal titolo “Russia, Cremlino, Putin, Venticinque anni“, in cui il presidente dà alcune delucidazioni sul conflitto. Secondo il presidente russo, la riconciliazione con il popolo di Kiev “è inevitabile, è solo questione di tempo“. Putin ha poi voluto sottolineare che la Russia nel 2022 non aveva l’intenzione di dare inizio ad un’operazione speciale, ma voleva risolvere pacificamente la questione del Donbass.
“Non ci eravamo preparati appositamente per questo. Aspiravamo sinceramente a risolvere il problema del Donbass con mezzi pacifici. Ma si è scoperto che la controparte pensava e agiva in una direzione diversa“, ha dichiarato il presidente, mettendo poi in luce che l’obiettivo di Mosca non era sicuramente quello di avere uno scontro frontale con l’Occidente. Putin ha poi confermato di non avere intenzione di utilizzare armi nucleari per porre fine al conflitto, ma di non escludere il loro uso se questo si rivelerà necessario.
Nuovi bombardamenti a Kiev
Intanto, in Ucraina i bombardamenti proseguono senza freni. Nella notte un attacco con droni si è verificato nella capitale, dove è entrata in funzione la difesa aerea. L’offensiva sarebbe durata circa un’ora ed avrebbe scatenato il panico a Kiev, dove si contano una vittima e almeno 7 feriti, di cui due ragazzini di 14 e 17 anni. I detriti dei droni avrebbero provocato la distruzione di almeno 7 veicoli e dei piani superiori di un grattacielo. Nel distretto di Obolonskyi, il centro commerciale Dream Town risulta seriamente danneggiato.
Il Servizio Statale di emergenza ha comunque notificato che gli incendi scoppiati nella città sono stati domati e che ora i soccorritori sono al lavoro per comprendere quante persone siano realmente rimaste ferite.
Zelensky: “Non garantiamo sicurezza leader internazionali il 9 maggio”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di “non poter garantire la sicurezza” dei leader della politica internazionale che parteciperanno alla parata di Mosca prevista per il 9 maggio. Venerdì prossimo la capitale russa ospiterà la tradizionale celebrazione in ricordo della vittoria dell’Unione Sovietica contro la Germania nazista, di cui quest’anno ricorrono gli 80 anni.
“Non si sa cosa la Russia intenda fare in quella data“, ha dichiarato il presidente ucraino in un’intervista rilasciata ai giornalisti. Putin, ha continuato Zelensky, “Potrebbe prendere varie misure, come incendi o esplosioni, per poi accusare noi“. È comunque intenzione dell’Ucraina cercare di mantenere “un’atmosfera piacevole” durante le celebrazioni; il leader di Kiev ha aggiunto che “non intende giocare“, e che il 9 maggio vuole consentire a Putin di “uscire dall’isolamento“. L’intervista si è conclusa con un nuovo appello da parte del presidente ucraino ad accettare la proposta di tregua di 30 giorni.
La risposta russa
Sentite le parole del leader ucraino, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, non ha esitato a lanciare un nuovo attacco verbale contro Zelensky, che, avvertendo che Kiev “non può garantire” la sicurezza dei leader internazionali attesi a Mosca nel V-day, avrebbe di fatto, “respinto la proposta di Putin di una tregua di tre giorni“. “Quell’idiota“, ha esordito Medvedev, chiedendo retoricamente su X “chi gli ha chiesto garanzie?“, facendo riferimento al fatto che “si tratta solo di una provocazione verbale e niente di più“.
L’ex leader del Cremlino ha proseguito il suo post specificando che “nel caso di una vera provocazione ucraina nel Giorno della Vittoria a Mosca, nessuno può garantire che Kiev vedrà mai il 10 maggio“. Un’allusione quindi ad una possibile rappresaglia militare russa sulla capitale ucraina.
Intanto, in un video che sarà trasmesso in occasione del suo 25esimo anniversario di presidenza, il leader russo rivela al mondo intero che ogni giorno deve trattenersi dal desiderio di prendere qualcuno a pugni. “Sempre, ci convivo, ma lo combatto“, ha rassicurato Putin quando il giornalista Pavel Zarubin gli ha domandato se a volte
avesse voglia di colpire qualcuno.
Zelensky: “I russi hanno ragione a preoccuparsi”
Pochi giorni fa il presidente ucraino si era già espresso sull’eventualità che la parata della Vittoria di Mosca potesse essere teatro di scontri nell’ambito del conflitto in corso. In quell’occasione Zelensky aveva già pronunciato parole d’intimidazione: “Le forze russe temono che la loro parata venga messa in discussione, e hanno ragione a preoccuparsi“.
Quello del 9 maggio sarà un evento ad alta densità diplomatica. Secondo fonti russe, almeno 19 leader avrebbero già confermato la propria partecipazione: fra questi alcuni storici alleati del Cremlino, Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska, e Aleksandar Vučić, presidente della Serbia. E’ prevista inoltre una rappresentanza della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), come anche la presenza di leader di Brasile, Cina, Cuba, Vietnam, Venezuela, Burkina Faso e del primo ministro slovacco Robert Fico. Non sono stati resi noti invece i nomi dei capi di Stato che, seppur invitati, hanno deciso di non partecipare alla parata.
Parata della Vittoria, atteso anche Marco Rubio?
Si rincorrono le voci sulla possibile partecipazione all’evento del 9 maggio di Marco Rubio, segretario di Stato americano. Una presenza che lascerebbe senz’altro di stucco, nonostante le recenti aperture al dialogo tra Mosca e Washington nell’ambito delle trattative per la guerra in Ucraina, in cui gli Stati Uniti, in qualità di mediatori, hanno proposto soluzioni al conflitto piuttosto favorevoli per lo storico nemico dell’Occidente.
Secondo alcuni analisti, la diffusione della notizia sarebbe parte di una strategia mediatica russa, volta proprio ad alimentare l’idea di un’intesa consolidata tra il Cremlino e gli Stati Uniti, ma soprattutto a testarne la reazione da parte occidentale. Al momento nessuna conferma o smentita è stata rilasciata dalla Casa Bianca: ogni scenario, per quanto improbabile, è ancora possibile. Se la notizia dovesse rivelarsi fondata, Rubio sarebbe il primo alto funzionario statunitense a partecipare alla celebrazione.
© Riproduzione riservata