A sorpresa, al termine delle votazioni per la formazione del governo al Bundestag di Berlino, è stato annunciato che il leader della CDU/CSU, Friedrich Merz, non ha ottenuto i consensi necessari per essere eletto cancelliere. Una notizia inaspettata, vista la convinzione del leader dei conservatori di essersi arrogato per diritto questo ruolo, anche grazie all’alleanza con i socialdemocratici dell’SPD. Ieri, infatti, i due partiti hanno firmato il contratto di coalizione e oggi Merz avrebbe dovuto giurare davanti al Parlamento, dando inizio effettivo al nuovo governo.
Il voto al Bundestag si è svolto a scrutinio segreto. Presenti in Parlamento tutti i 208 deputati della Cdu-Csu, ma affinché Merz potesse raggiungere il suo obiettivo avrebbe dovuto ottenere 316 voti su un totale di 630 membri. Dalla sua parte anche i 120 voti dei social democratici, con cui avrebbe dovuto raggiungere 328 seggi, ovvero 12 in più dei necessari. Secondo i dettagli che sono stati diffusi, la votazione è andata a vuoto per la mancanza di 18 voti dalle file della sua maggioranza. Nello specifico, per il leader dell’Unione si sono espressi favorevoli 310 parlamentari e 307 contrari, mentre 3 hanno preferito astenersi.
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Dopo aver ascoltato il verdetto, Friedrich Merz ha lasciato l’aula del Bundestag, senza commentare l’accaduto. Il leader della Cdu avrebbe raggiunto il suo ufficio, dove si sarebbe consultato con alcuni dei suoi più fidati colleghi e con la sua famiglia. Tutti sarebbero rimasti apertamente sconvolti dall’accaduto, in quanto la mancanza di voti sarebbe giunta come una vera e propria sorpresa. Il pericolo, ora, è che questo risultato possa indebolire la figura di Merz e soprattutto la coalizione tra conservatori e socialdemocratici.
Il futuro del governo tedesco
Ora, il futuro della Germania vaga nel buio. Definita come un fallimento storico, visto che dal dopoguerra non accadeva che il cancelliere non venisse eletto al primo turno, la bocciatura di Merz, secondo l’articolo 63 della Legge fondamentale, dovrà attendere le volontà del Bundestag che può eleggere “un cancelliere federale entro 14 giorni dallo scrutinio con il voto di più della metà dei suoi membri“.
La Cdu avrebbe richiesto una seconda votazione nel corso della giornata di oggi, con l’obiettivo di ottenere l’elezione di Merz. I conservatori starebbero quindi negoziando con altri partiti proprio a questo scopo, come affermato dal segretario generale del partito, Carsten Linnemann. Da quanto si apprende, la seconda votazione è iniziata alle 15:15 al Bundestag.
AfD: “Merz paga la sua truffa parlamentare”
Intanto, AfD convoca una riunione straordinaria dopo aver espresso una sorta di soddisfazione per “la sorpresa” della mancata elezione di Merz. Proprio la co-leader, Alice Weidel, ha puntualizzato come “questo mostra su quale debole fondamenta sia costruita la piccola coalizione da Unione e dall’Spd, che i cittadini avevano votato“. Secondo la co-leader di Afd, finita nei giorni scorsi al centro della cronaca per aver visto il suo partito finire etichettato dai Servizi tedeschi come “estremista”, ciò che è successo sarebbe “finalmente una cosa positiva“, visto che a detta di Weidel, “una truffa elettorale di questa portata non può accadere, non si può diventare cancellieri in questo modo“.
AfD, partito arrivato secondo alle elezioni parlamentari del 23 febbraio e attualmente a pari merito nei sondaggi con i conservatori, ora chiede nuove elezioni parlamentari in Germania, sostenendo che Merz “dovrebbe dimettersi immediatamente“.
Germania, nuovo esecutivo: equilibri e priorità
Al suo fianco, avrebbero dovuto prestare giuramento anche i membri del nuovo governo. Tra le conferme più rilevanti c’era quella di Boris Pistorius alla Difesa, figura centrale nella politica di sicurezza tedesca e strenuo sostenitore dell’Ucraina. A lui dovrebbe spettare il compito di guidare il massiccio piano di riarmo nazionale, con l’obiettivo di potenziare le capacità militari della Germania e ridurre la dipendenza strategica dagli Stati Uniti.
Oltre a Pistorius, spicca la nomina di Lars Klingbeil alle Finanze, che dovrebbe ricoprire anche il ruolo di vice-cancelliere. Klingbeil, nuovo leader dell’SPD, potrebbe prendere il posto di Olaf Scholz, che rimarrà in Parlamento come semplice deputato. Ai socialdemocratici dovrebbe controllare anche i dicasteri dell’Edilizia, dello Sviluppo, dell’Ambiente e della Giustizia.
I conservatori della CDU, invece, avrebbero ottenuto dieci ministeri, tra cui quello degli Esteri, affidato a Johann Wadephul, noto per le sue posizioni filo-ucraine e per la dura linea contro Mosca. Al momento, però, ogni nomina sembra a rischio e non è chiaro quali saranno le evoluzioni della situazione.
La “grana” AfD: tra accuse e possibili divieti
Per Merz, 69enne ex rivale di Angela Merkel, le sfide non mancano: dovrà rilanciare un’economia in recessione da due anni e rafforzare la difesa europea in un contesto segnato dal disimpegno strategico degli USA e dalla crescente minaccia russa. Ma a complicare ulteriormente il quadro è l’emergere di un nuovo fronte politico: la questione AfD.
Il partito di estrema destra, recentemente bollato dai servizi segreti tedeschi come “minaccia per la democrazia“, ha risposto con una denuncia contro le autorità, aprendo un conflitto che il nuovo governo dovrà gestire sin dai primi giorni. L’esecutivo, insieme a Bundestag e Bundesrat, ha ora la facoltà di valutare un’eventuale richiesta di messa al bando dell’AfD, sulla base delle prove raccolte dall’intelligence.
Lars Klingbeil ha definito il partito di Alice Weidel un “attacco alla Germania“, e nell’SPD cresce il sostegno a un possibile divieto. Merz, per ora, mantiene una posizione più cauta, pur avendo spesso criticato l’AfD. Tuttavia, anche tra i conservatori non mancano voci favorevoli a un’azione decisa contro la formazione ultranazionalista, arrivata seconda alle elezioni di febbraio.
Le reazioni internazionali: Usa e Russia sul piede di guerra
La polemica ha travalicato i confini nazionali, con Washington e Mosca che hanno preso posizioni diametralmente opposte. Il vicepresidente americano JD Vance ha paragonato la situazione a un “nuovo Muro di Berlino“, mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha denunciato una “tirannia mascherata” in Germania.
La Russia, dal canto suo, non ha perso l’occasione per criticare Berlino: il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato di “persecuzione politica” contro l’AfD, alimentando ulteriormente lo scontro diplomatico.
Quella di Merz si prospetta dunque una legislatura ricca di sfide, sia sul piano interno che internazionale. Tra crisi economica, tensioni politiche e pressioni esterne, il nuovo cancelliere dovrà dimostrare di saper guidare la “locomotiva d’Europa” in un momento particolarmente delicato. E l’ombra dell’AfD, con il suo potenziale destabilizzante, rischia di rendere il compito ancora più difficile.
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