L’intesa tra Meloni e Macron, gli “attacchi” di Salvini

A margine del funerale di Giorgio Napolitano, Giorgia Meloni si è a lungo intrattenuta con il presidente francese Emmanuel Macron

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A margine del funerale di Giorgio Napolitano, Giorgia Meloni si è a lungo intrattenuta con il presidente francese Emmanuel Macron. Un incontro che, il leader francese, ha definito “cordiale“, ma a rovinare la festa ci ha pensato il vicesegretario della Lega Crippa.

Nel mentre Giorgia Meloni è intenta a tessere la tela dei rapporti europei, il leghista Crippa sgancia la bomba atomica: Berlino danneggia l’Italia finanziando le Ong e lo fa facendo un parallelismo con il nazismo: “La Germania 80 anni fa ha deciso di invadere gli Stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione degli immigrati per danneggiare i governi che non vanno a genio ai socialdemocratici”.

Andrea Crippa
il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa

Meloni tesse la tela e penelope Salvini la disfa

Macron non dà particolare importanza allo scontro tra Roma e Berlino, ma è chiaro come il sole che il leader del Carroccio sa e teme cosa ci sia dietro il colloquio “cordiale” di 90 minuti tra il leader francese e la premier italiana: grandi manovre per la campagna elettorale europea e alleanze per la formazione del futuro governo di Bruxelles. L’uscita di Crippa è quindi da mettere in relazione alla partita dei consensi nel prossimo voto per l’elezione del Parlamento europeo. E che quelli del Carroccio puntino a sfilare consensi a Fratelli d’Italia non è ormai più un mistero.

Matteo Salvini Giorgia Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Meloni per ora resta concentrata sul tentativo di risanare la complicata relazione con Parigi e nell’azione di coinvolgimento dei Paesi che stanno più di altri subendo le conseguenze delle migrazioni. Cioè, cercando alleanze e aiuti utili a gestire la drammatica situazione degli sbarchi dei migranti. Sullo sfondo rinsaldare il rapporto con Parigi è anche propedeutico alla riforma del Patto di stabilità. La Francia potrebbe anche essere un alleato nell’opera di revisione del Trattato di Dublino, in particolare per la revisione delle regole relative ai Paesi di prima accoglienza. La Presidente del Consiglio ha anticipato a Macron il Piano Mattei che presenterà a Granada il 6 ottobre, e al Consiglio di Malta il 26-27 ottobre.

Il colloquio tra Meloni e Macron

Ieri i due leader hanno discusso del progetto di realizzare corsi di formazione professionale per le migliaia di migranti che vogliono venire a lavorare legalmente in Europa, e ciò in accordo con i governi dell’Africa mediterranea e subsahariana. Un progetto finanziato con accordi che anche l’Unione europea deve stringere e che tramuti l’immigrazione illegale in un nucleo di formazione professionale resa ai migranti che vogliono lavorare legalmente in Europa.

Novanta minuti che decisamente preoccupano Matteo Salvini, convinto che Macron voglia abbindolare Giorgia Meloni per le alleanze post-europee. Le stesse alle quali il leader leghista non è invitato a causa della sua intesa con Marine Le Pen, che è ai ferri corti con Macron.

Colpi bassi della Lega, ma Meloni mantiene la calma

Nonostante il rafforzamento del controllo delle frontiere da parte dei francesi. la nostra Premier ha accettato il colpo basso ed ha avviato con Macron l’apertura delle operazioni europee in Africa. Anche con la Germania non ha inasprito i rapporti e sul finanziamento delle Ong si è limitata ad inviare una lettera, anziché richiamare l’Ambasciatore tedesco per rappresentare il disappunto del nostro Paese. Il rapporto con il cancelliere tedesco Olaf Scholz è traballante, ma non si può escludere che i due governi trovino una modalità condivisa di azione.

Nessuno da via Bellario nessun contrordine al vicesegretario Crippa, anzi, hanno sferrato con il ricordo dei nazisti occupanti un colpo basso a Giorgia Meloni, da tanti osservatori interpretato come una risposta ai novanti minuti della Premier con Macron. Probabilmente neanche con la palla di vetro si riuscirebbe a capire cosa farà ora Giorgia Meloni, anche perché la Lega ha puntato tutto sulle prossime elezioni europee come viatico per riprendere un ruolo primario sulla scena nazionale.

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