Il segretario del Partito Democratico commenta il confronto avuto con la leader di Fratelli d’Italia: troppe le incomprensioni e le visioni irriducibili fra i due. Per Calenda e Conte, invece, si apre uno spiraglio
Dodici giorni alle elezioni del 25 settembre, la campagna elettorale entra nel vivo. A scontrarsi a viso aperto sono i leader dei partiti che, stando agli ultimi sondaggi, raccolgono più voti: Giorgia Meloni, volto di Fratelli d’Italia, da un lato, ed Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, dall’altro.
L’arena del confronto sono gli studi dei Corriere Tv, il canale streaming del Corriere della Sera. Intervistato oggi dal programma televisivo Agorà, su Rai 3, il politico di centrosinistra commenta lo scontro avuto con la sua opponente principale.
«Il confronto è stato utile per capire che fra me e Meloni non ci sarà nessun inciucio dopo», afferma Letta. Visioni inconciliabili, programmi elettorali troppo divergenti e differenze nette che rendono impossibile, secondo il democratico, aprire alla possibilità di una convergenza di interessi.
Il leader del Partito Democratico commenta le parole pronunciate da Meloni durante un comizio elettorale, secondo cui con la vittoria del centrodestra in Italia la pacchia per l’Unione Europea sarebbe finita. «Ho pensato che c’è un tentativo di coprire con un po’ di moderatismo una linea che è sempre la stessa. La destra italiana ha come interlocutori in Europa Orban, i conservatori polacchi, Le Pen, Vox in Spagna e nessuno di questi crede nell’Europa», dice Letta, convinto del fatto che dietro le parole della rappresentante di Fratelli d’Italia si nasconda una forte vena di euroscetticismo.
Scenari post 25 settembre
Se Letta chiude a ogni possibile dialogo con Giorgia Meloni – o più probabilmente con l’intero centrodestra – non mostra la stessa idea su Giuseppe Conte o Carlo Calenda. Alla domanda su quale interlocutore fra la destra, Terzo polo e Cinque Stelle preferisca, il dem non ha dubbi.
«È evidente che dialogo meglio con Calenda e Conte dopodichè al voto andiamo con una legge iper-maggioritaria: quindi o vinciamo noi o loro», continua il segretario del PD. Per ora, lo sforzo principale è quello di concentrarsi sulla propria linea elettorale: quello che sarà il 26 settembre, si decide il 26 settembre.
Letta, l’Agcom e la decisione sulla par condicio
Letta commenta anche la recente decisione di Agcom di limitare i dibattiti a due voci in televisione fra i diversi candidati politici. La decisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è presa per garantire una copertura mediatica uguale per tutti i volti impegnati nella campagna elettorale.
Il dem non è convinto: «L’Agcom ha preso una decisione tremebonda che di fatto ha privato gli italiani di confronti».