Sulla flat tax critica: «È anticostituzionale». Il Pd corre per essere il partito più votato
Il segretario del Pd, Enrico Letta, si esprime su presidenzialismo, flat tax, diritti e altri temi in un’intervista a La Stampa dichiarandosi pronto per il prossimo appuntamento elettorale del 25 settembre. «Vogliamo trascinare la nostra coalizione e noi puntiamo a essere il partito più votato- questo è l’obiettivo prefissato da Letta, il quale ha spiegato che- la nostra convinzione è parlare a tutto l’elettorato italiano. Ho sempre pensato di prendere i voti oltre il nostro recinto». L’obiettivo, dunque, è quello di prendere più voti possibili, puntare anche sugli indecisi e battere la destra che ha definito: «Rischio pericoloso».
Anche se, non sembrerebbe temerla troppo per via della sua instabilità interna e a tal proposito afferma: «Per questa campagna elettorale mi sembra che ormai ci siamo. Le sorprese ci saranno ma non in questo campo, ma saranno nel centrodestra che giorno dopo giorno avrà punti di cedimento».
Critica aspramente due temi tanto cari alla coalizione di Berlusconi, Meloni e Salvini: presidenzialismo e flat tax. Sull’elezione diretta del presidente della Repubblica afferma: «La destra si è messa insieme su alcuni obiettivi evidenti ed espliciti. Quello di oggi è esplicito- riferendosi al presidenzialismo- Berlusconi l’ha esplicitato e gli elettori l’hanno colto nella sua gravità, e non perché il presidenzialismo sia un fattore di autocrazia e dittatura, in altri paesi esiste. Ma nel nostro paese il presidenzialismo è un errore profondo». Poi si domanda: «Berlusconi era candidato del Quirinale del centrodestra? Lui parla poco ma oggi parla del Colle. È un’evidente autocandidatura».
La flat tax: «È una vergogna»
Sulla Flat tax, altro tema su cui punta il centrodestra, Letta chiarisce: «È come un miliardario che propone che tutti paghino la stessa aliquota. È una vergogna ed è anticostituzionale– a questo punto precisa- l’unico modo per coprirla sarebbe chiudere i servizi pubblici, come fare parti uguali tra diseguali, come diceva Don Milani».
Per quanto riguarda i diritti, si dichiara molto dispiaciuto che nel Parlamento non si sia riusciti a chiudere alcuni provvedimenti come il suicidio assistito e il disegno di legge Zan. Alla domanda su quest’ultimo provvedimento si limita a rispondere: «Da domani ci sarà tutto», riferendosi al programma elettorale del partito che sarà presentato nella giornata di domani.
Non sono mancati giudizi su Renzi e Calenda che secondo Letta si somigliano: «Hanno una certa abitudine a fregare il prossimo». Su Calenda e sulla scelta di aderire al terzo polo con Renzi, il segretario del Pd afferma: «Cambia facilmente idea, io se posso permettermi mantengo una certa linearità». In ogni caso Letta augura buon lavoro al terzo polo ma precisa: «Quella è una politica fatta di voltafaccia e di cambi che non mi appartiene».