Giorgetti: “Superbonus è Lsd per i conti dello Stato”

Il deficit del 2023 sale di ben 4,5 miliardi a causa dei bonus, portandosi al 7,4% del pil, contro il 7,2% comunicato ad inizio aprile

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Sono giorni difficili per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La questione del Superbonus è stata difficile da digerire dopo che i suoi effetti hanno gravato sulla situazione del debito pubblico. “E’ diventato un mostro che ha distrutto la finanza pubblica” ha sentenziato. I costi continuano a crescere e i dati dell’Istat definiscono un quadro tutt’altro che rincuorante. Il deficit del 2023 sale di ben 4,5 miliardi a causa dei bonus, portandosi al 7,4% del pil, contro il 7,2% comunicato ad inizio aprile e contenuto all’interno del Def presentato dall’esecutivo.

Giorgetti sul Superbonus

Per Giorgetti il Superbonus sarebbe una droga psichedelica, un «Lsd» per i conti dello Stato. “Lassismo, sussidi e debito devono finire!” ha tuonato Giorgetti nell’Aula della Camera, la quale ha dato via libera al Def. Tra le agenzie di rating sale la preoccupazione, e Giorgetti è ormai deciso a mettere il punto definitivo sulla questione. Sul decreto che blocca sconti in fattura non accetterà un allargamento, ma prepara una nuova stretta. E non sarà disposto a compromessi. Il Patto di Stabilità ha giocato un ruolo cruciale.

Secondo l’agenzia di rating Fitch, il 110% fuori controllo sta spingendo il debito troppo in alto, al 142,3% nel 2027, mentre il governo ipotizza il 139,6%. Di fatto, si rende necessario un intervento “per ridurre il rapporto debito/Pil già nel breve periodo” afferma Giorgetti. Ciò sarà possibile allungando da 4 a 10 anni il periodo di recupero dei crediti di imposta legati al 110% già in circolazione.

Le priorità dell’esecutivo sono altre. «Bello il 110% che fa schizzare il Pil, ma poi a me mancano i soldi per la sanità, la scuola, la cultura, il sostegno alla natalità, ai redditi bassi, all’occupazione. Il quadro delle regole Ue non è coerente con gli investimenti necessari per ambiente, digitale e difesa, anche se è meglio che tornare alle vecchie regole. L’attesa è meglio dell’incertezza” conclude.

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