“L’Europa può morire, tutto dipende dalle nostre scelte“, così il presidente francese Emmanuel Macron si è rivolto alla platea di ascoltatore raccolti nell’Università della Sorbona a Parigi. Un luogo dove, solo 7 anni fa, Macron tenne il suo discorso di insediamento a Presidente della Francia. Oggi, nel 2024, lo scenario è ben differente da quello del 2017: due guerre in corso, disequilibri economici e tanta instabilità.
Elementi su cui Macron continua a riflettere da mesi, spesso lasciandosi andare a dichiarazioni che non convincono e che preoccupano gli altri leader europei. Solo un paio di mesi fa la possibilità di schierare gli uomini della Nato sul territorio ucraino, come proposto dal presidente francese, aveva fatto storcere il naso sia al tedesco Olaf Scholtz che al ministro degli Esteri Antonio Tajani. La possibilità di una Terza guerra mondiale è troppo prossima per permettersi passi falsi di tale ordine.
Poi, al raduno delle destre sovraniste a Roma, così come in altre occasioni, il vicepremier Matteo Salvini ha ricordato come “leader che parlano di guerra mi spaventano“, sottolineando come l’ipotesi di seguire le proposte del leader francese non sia nelle corde della Lega o del partito europeo Identità e Democrazia. Ieri, però, il discorso del capo dello Stato francese ha convinto un po’ tutti, se non fosse per quel riferimento a Mario Draghi che ha convinto Antonio Tajani ad intervenire nella questione.
Tajani: “Il Ppe proporrà il suo candidato e non sarà Draghi“
“Sto leggendo tutti i rapporti, quelli di Letta e Draghi” ha dichiarato Emmanuel Macron alla Sorbona, lasciando intendere come siano in corso con altri europei le trattative per la candidatura di Mario Draghi come presidente della Commissione europea. L’ipotesi era in ballo già da mesi, quando delle Europee ancora si sapeva ben poco. Poi la questione sembrava essersi chiusa con un nulla di fatto, almeno fino al discorso dell’economista a La Hulte.
Draghi ha conquistato tutti e la tremante Ursula Von der Leyen, solo 5 anni fa salita al potere grazie proprio all’intervento di Macron, si è vista nuovamente spodestata, come se non bastassero già gli scontenti nell’Europarlamento. Draghi per ora non si è espresso, ma a parlare al suo posto è stato uno scontento Antonio Tajani. Secondo il leader forzista, il candidato “sarà indicato non da Macron o dagli altri ma dai Popolari. A meno che il Ppe non rinunci a questa scelta“.
Il vicepremier ha poi proseguito specificano che Draghi “non è iscritto al Ppe” e che il partito “non indicherà mai Draghi“. Le idee sembrano chiare, ma anche Macron non sembra intenzionato a lasciar perdere.
Macron sull’intervento europeo in guerra
Il Presidente francese ha poi ovviamente trattato la questione bellica in Europa, sottolineando nuovamente quanto l’Union sia “accerchiata e non armata a sufficienza“. Per Macron le scelte dei Paesi membri “devono essere compiute adesso perché oggi è in gioco la nostra capacità di garantire la nostra sicurezza“. Per questo la Francia sembra non avere intenzione di esitare: “L’esercito francese è pronto a mettersi in prima linea della difesa europea grazie anche all’arma atomica, elemento imprescindibile della difesa europea per costruire le garanzie di sicurezza“.
Questa volta il discorso di Macron non ha indispettito Olaf Scholtz, il quale si è detto soddisfatto delle parole del suo collega. “Buoni impulsi – avrebbe detto il cancelliere tedesco – perché l’Europa resti forte“.