Il documento finale della segreteria Dem arriva dopo la mezzanotte: cinque astenuti e tre voti contrari. Quattro capolista under 35
La Cirinnà che se ne va sbattendo la porta, il virologo Andrea Crisanti tra le new entry e Letta che sottolinea il «peso politico e umano nel dover dire di no a qualcuno». Complicata seduta della segreteria del Partito Democratico per l’approvazione finale dei nomi candidati alle elezioni del 25 settembre. Il vertice parte subito male: convocato prima alle 11 del mattino, poi slitta alle 15, poi ancora alle 20 e alle 21.30, per chiudersi poi a notte fonda.
Le due principali esclusioni
Un ritardo dovuto ai tentativi di far rientrare i malumori per quelle che restano le due esclusioni principali tra i Dem. La senatrice uscente Monica Cirinnà, che ha messo il suo nome accanto alle più recenti battaglie per i diritti personali, ha rifiutato la candidatura incerta al Senato che la direzione le aveva assegnato. «La mia avventura parlamentare finisce qui. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori». Stesso tenore per il costituzionalista Stefano Ceccanti, capogruppo uscente in commissione Affari costituzionali della Camera: anche lui ha rifiutato la candidatura.
Crisanti tra i volti nuovi
Tra i volti nuovi spicca quello del virologo Andrea Crisanti, capolista per gli Italiani all’estero nella circoscrizione Europa. Scelti quattro capolista under 35 nelle varie aree del Paese (Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino) come preannunciato da Letta. «Termino questo esercizio – ha dichiarato Letta – con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire. Peso politico e umano. Ma la politica è questo: assumersi la responsabilità. Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni e mi è pesato tantissimo. Volevo ricandidare tutti gli uscenti ma era impossibile. Potevo imporre i miei ma ho cercato di comporre un equilibrio, perché il partito è comunità».