“Porteremo in Consiglio dei ministri, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, un decreto legislativo che ci permetterà di erogare, nel mese di gennaio 2025, un’indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico” aveva affermato nei giorni scorsi la premier Giorgia Meloni.
Ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio si è riunita con i sindacati per presentare le novità in arrivo sulla questione lavoro e sul fisco. Sul tavolo di discussione c’è un nuovo decreto primo maggio. All’incontro con i sindacati hanno partecipato, per il governo, anche il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, e i ministri Raffaele Fitto, Giancarlo Giorgetti, Marina Calderone, Adolfo Urso, il viceministro Maurizio Leo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Per le organizzazioni sindacali presenti Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cida, Cisal, Confintesa, Confsal e Usb.
Meloni ai sindacati: l’obiettivo rimarcato dalla premier
Bonus per le assunzioni di giovani, donne e lavoratori svantaggiati, con sgravi per due anni. E un’indennità di 100 euro a gennaio prossimo per i dipendenti con redditi fino a 28mila euro. Ora le nuove misure sono contenute nel decreto Coesione, che riforma le politiche in materia, e in un decreto legislativo, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, oggi all’esame del Cdm. L’obiettivo della Meloni è quello di sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi – cioè di coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano – per farli entrare nel mercato, difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori.
In Cdm la Meloni ha ufficializzato anche il decreto Coesione. Con quest’ultimo l’esecutivo punterà a dare una spinta nell’attuazione delle politiche di coesione che prevedono per l’Italia 75 miliardi di euro, di cui 43 miliardi di risorse europee. Fondi europei che vengono assegnati al Paese ogni sette anni, destinandoli a politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese. Di fatto, è prevista la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni, il sostegno del lavoro dipendente sono previste specifiche disposizioni per favorire l’avvio di nuove attività distinte per il centro nord e il Mezzogiorno.
Sono inoltre previste delle norme specifiche per regolare il settore dell’università e della ricerca, al fine di sostenere l’innovazione, con particolare riferimento ai settori della transizione energetica e digitale.
Meloni: “Sostenere le imprese del Mezzogiorno”
Alle misure di sostegno all’occupazione contenute nel decreto sulle Politiche di coesione “si accompagnano azioni per riqualificare i lavoratori di grandi imprese in crisi per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro” afferma la premier. Meloni chiarisce: “Intendiamo sostenere la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord attraverso una misura dedicata ai soggetti attualmente disoccupati. L’obiettivo è quello di continuare a sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi. La nostra linea di azione è chiara: sosteniamo chi cerca un lavoro, chi assume e chi intende mettersi in proprio partendo dalle categorie che oggi più difficilmente trovano lavoro“.