Giorgia Meloni ha chiesto al popolo di scrivere sulla scheda elettorale solo “Giorgia“, il suo nome di battesimo, perché lei è una leader a cui “dare del tu“. Di conseguenza anche il candidato della Lega Roberto Vannacci è voluto salire sul carro del vincitore, aggiungendosi alla questione: “Sto pensando di candidarmi come ‘generale’. Del resto quello dei Cinque Stelle la volta scorsa fece scrivere ‘Iena’“. Insomma gli elettori dovranno ricordare ricordare anche i soprannomi dei politici per poter accedere alle urne, pena la scontentezza dei leader di governo.
Intanto, Vannacci continua a creare subbugli all’interno del partito soprattutto a seguito delle dichiarazioni rilasciate a La Stampa. “Mussolini statista” e i “percorsi diversificati per gli studenti disabili” sono frasi che non sono piaciute a tutti e che hanno fatto correre il Carroccio ai ripari. “Vannacci è un candidato indipendente” ha infatti sottolineato il partito, prendendo le distanze dal pupillo di Salvini. Il generale serve a portare voti alla Lega, e questo ormai è un dato di fatto assodato, resta da capire se la scelta del leader del Carroccio sia stata realmente quella giusta.
Ieri, i 60 presenti alla Casa del Boia a Firenze, dove Vannacci ha presentato il suo libro “Il coraggio vince“, non sono sembrati di buon auspicio, eppure Massimiliano Simoni di FdI si è detto speranzoso: “Prevedo tra le 500 e le 800mila preferenze in tutta Italia. Intorno alle 70mila nel collegio del Centro“. Il paradosso finale vedrebbe proprio Vannacci sconfiggere nei consensi i veri candidati leghisti, che per ora continuano a manifestare il loro dissenso contro la candidatura del generale.
La Lega contro Vannacci
“Mi dipingono come Satana e aumentano le vendite del mio libro e se continuano prenderò caterve di voti” ha dichiarato spavaldo Roberto Vannacci, riferendosi agli attacchi ricevuti dal centrosinistra. Il generale è riuscito anche a trasformare lo slogan del Pd contro di lui in una maglietta a suo favore. “Ignoratelo” stampato proprio sotto l’immagine del suo volto. Insomma, Vannacci è convinto del suo successo e non si sente intimorito neanche dalle critiche degli esponenti del partito da cui è stato candidato, né dal resto della maggioranza.
“Ha diritto a candidarsi ma alcune cose che dice non mi piacciono” afferma Ignazio La Russa, seguito da Angelo Ciocca che affonda duro: “Io non lo temo. E se i miei elettori non mi daranno più voti di lui prometto di tingermi i capelli di rosso a pois verde“. Vannacci deve portare voti al partito, ma non troppi. Salvini e suoi colleghi non sembrano essere sulla stessa linea d’onda, eppure oggi il leader leghista salirà sul palco insieme a Vannacci, che lo accompagnerà nella presentazione del suo libro, “Controvento“.
La presentazione sarà al Tempio di Adriano a Roma e l’ipotesi è che Vannacci annunci la possibilità di essere votato scrivendo sulla scheda elettorale solo “generale“. Inoltre, la Lega di Firenze starebbe valutando anche la possibilità di candidarlo in Consiglio comunale. Un’ipotesi che non convince Fratelli d’Italia, perché potrebbe danneggiare il percorso di Eika Schmidt. “Ognuno pensi alle sue liste” ribatte però perentorio il colonnello salviniano Federico Bussolin, per sostenere il generale che ora combatterà solo in politica.