Elon Musk di nuovo al centro dell’attenzione. Il capo del Doge, ovvero il Dipartimento per l’efficienza del governo degli Stati Uniti, ha inviato un’email a tutti i dipendenti federali chiedendo di informarlo sulle loro attività. La mancata risposta, come descritto dalla nota, “sarà considerata come una dimissione”.
Anche l’Italia è stata raggiunta da queste email che hanno raggiunto, in particolar modo, i dipendenti delle basi militari di Vicenza e Aviano. Quest’ultima è un’infrastruttura militare che viene impiegata dall’USAF, ovvero l’aeronautica militare statunitense.
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Musk, i dettagli dell’email
L’email di Elon Musk, arrivata il 3 marzo, fu preannunciata il 27 febbraio da un promemoria di Pete Hegseth, segretario della difesa. Quest’ultimo ha voluto chiarire che anche i dipendenti civili del suo dipartimento dovevano rispondere, entro 48 ore dal ricevimento della missiva, indicando 5 punti.
Inizialmente il dipartimento della Difesa statunitense aveva lasciato la direttiva Musk in standby, ma successivamente tutti i dipendenti civili sono stati informati che dovevano soddisfare la richiesta. Per quanto riguarda il contenuto, è stato precisato come nelle risposte non ci devono essere informazioni classificate o sensibili.
I sindacati si sono attivati
Secondo una prima ricostruzione, inizialmente i dipendenti italiani non erano tenuti a rispondere all’email di Musk in quanto per il personale civile si applica la legislazione italiana. In un secondo momento, però, è stato chiesto comunque di fornire le risposte alla missiva elettronica.
Immediata la richiesta di delucidazioni da parte di Angelo Zaccaria, coordinatore sindacale della base di Aviano per Uiltucs. Secondo quanto riferito, il riscontro più immediato ha visto l’indicazione della sola area commerciale ed è stato ribadito che anche i dipendenti italiani erano tenuti a rispondere.
Sulla vicenda è arrivata quindi la pronta reazione delle sigle sindacali che, rivolgendosi ai massimi organismi di riferimento, hanno dichiarato che si attende una risposta e, in un secondo momento, si valuterà il da farsi. A livello locale, si sono attivati i sindacati di Aviano e Vicenza per la tutela dei dipendenti dell’AAFES, l’ente che gestisce i servizi commerciali per i militari della base. Tuttavia, data l’importanza della questione, i rappresentanti sindacali della Fisascat-Cisl e della Uiltucs hanno richiesto di coinvolgere anche le sedi nazionali a Roma.
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