La ragazza ha usato un compito in classe per poter esprimere il suo disagio nei confronti del genitore, ora costretto a cinque anni di reclusione
I fatti risalgono al 2019, ma vengono ora resi noti da “Il Messaggero”: una ragazza di 13 anni ha raccontato attraverso il suo tema scolastico gli abusi subiti dal padre. Gli attimi di orrore vissuti sono stati confessati dopo circa 3 mesi dagli eventi e hanno permesso di avviare le indagini.
L’uomo, di 45 anni, ora dovrà scontare 5 anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale aggravata e pagare un risarcimento danni di soli 20mila euro. Il genitore nega i fatti, anche se diverse testimonianze parrebbero inchiodarlo.
Secondo il racconto della ragazza, il padre sarebbe entrato nella sua stanza credendo che la figlia dormisse e avrebbe provato ad abusarne. La vittima, dal terrore, non avrebbe reagito.
Nei giorni successivi avrebbe provato ad evitare l’uomo, cercando più e più volte rifugio la notte dalla nonna, ma senza dare chiare spiegazioni alla madre. Una prima confessione arriva dopo alcuni mesi, sempre alla nonna, fino a che non ha “formalizzato” la denuncia nel tema scolastico.
Dal racconto dell’adolescente emerge anche una realtà famigliare fatta di violenza: litigi fra i genitori, percosse date dall’uomo alla moglie in cui, molto spesso, si metteva in mezzo proprio la 13enne.
A chiudere il cerchio per i chiodare definitivamente l’uomo è stato il stato il fratello della ragazza che avrebbe raccontato agli inquirenti che la notte degli abusi, mentre era sveglio a giocare con i videogiochi, avrebbe sentito il padre entrare nella stanza della sorella.