Un fulmine a ciel sereno, quello della contestazione di Clemente Mimun, per gli spettatori di Mediaset che pensavano che il terremoto messo in atto da Pier Silvio Berlusconi dopo la morte di suo padre si fosse finalmente placato. Prima l’espulsione a sorpresa di Barbara D’Urso che ha lasciato tante casalinghe italiane senza il loro punto di riferimento pomeridiano, poi la decisione di investire Cesara Buonamici del ruolo di opinionista nel programma Grande Fratello, hanno dato uno scossone all’impianto ormai secolare dei canali concorrenti della Tv di Stato.
La calma non è durata a lungo ed ora la nuova tempesta ha investito Mediaset, che ha visto l’edizione del Tg5 di due giorni fa andare in onda senza la firma del suo direttore Clemente Mimun, lo stesso che pochi giorni prima si era visto recapitare la notizia che la sua collega Cesara Buonamici sarebbe divenuta condirettrice insieme a lui. Qualcosa ci dice che l’ultima decisione di Piersilvio non ha soddisfatto lo storico Mimun.
Mimun e la mancata firma al Tg5
Un dettaglio che forse è sfuggito ai meno attenti, quello della mancata firma di Clemente Mimun al Tg5, ma che non è sfuggita ai vertici di Mediaset, che ora si trovano ad affrontare la ribellione di uno dei loro dipendenti storici, grazie al quale va in onda il telegiornale più redditizio della rete. Forse la decisione di spodestarlo dal ruolo che da 16 lunghi anni ricopre per affiancarlo ad una giornalista che ora si occupa anche di uno dei programmi più trash della rete, non è stata lungimirante.
Mimun non ha voluto farsi mettere i piedi in testa ed ha deciso di ribellarsi nell’unico modo in cui può farlo un giornalista, non firmando il telegiornale di cui è direttore. Un evento che potrebbe sembrare irrisorio ma che invece dimostra la forte contestazione del direttore nei confronti dei vertici della rete e soprattutto della famiglia Berlusconi, che solo ad agosto aveva lodato in una intervista al giornale Chi e qualche tempo prima al Corriere della sera.
Mimun e le interviste elogiative per Mediaset
“Alla Rai ho visto prepotenze e nepotismi. Mi salvò Silvio Berlusconi che in quel periodo era presidente del Consiglio“, inizia così l‘elogio di Clemente Mimun alla famiglia Berlusconi e alla loro rete televisiva, con cui ha iniziato a collaborare nel lontano luglio 2007 e che non ha mai più abbandonato. Almeno fino ad oggi. Racconti stucchevoli, quelli riportati al Corriere della Sera, in occasione del suo settantesimo compleanno, che sono serviti a dimostrare il suo appoggio ai vertici Mediaset ed alle loro decisioni.
“Pier Silvio Berlusconi è molto attento anche all’informazione. Vuole qualità e ascolti. Evidentemente è un vizio he si tramanda nelle generazioni. Sono certo che sarà accanto e valorizzerà sempre il Tg5 che considera uno dei suoi gioielli di famiglia“. Eppure, qualche mese dopo eccoci qui con un’edizione dello storico telegiornale che esce senza firma del direttore, lo stesso che aveva pronunciato queste parole. La delusione per il giornalista deve essere stata fortissima e forse con questo espediente riuscirà e riporta il suo Tg ai livelli degli anni precedenti.
Al giornale di Alfonso Signorini, Chi, aveva invece confessato la sua approvazione per la scelta di inserire Cesara Buonamici come opinionista al Grande Fratello: “Quando Pier Silvio mi ha chiesto cosa pensassi gli ho detto che era un’ottima idea. E poi c’è e ci sarà sintonia fra lei e Alfonso Signorini. Sono sicuro che la scelta di Pier Silvio avrà successo“. Su Questo Mimun è stato più che lungimirante, prevedendo gli ascolti più che buoni della nuova edizione del programma che è stato depurato dei suoi elementi più trash.
Allo stesso tempo, però, il direttore del Tg5 non è riuscito a prevedere come il grande successo della sua collega potesse in qualche modo oscurarlo. Nuova pupilla di Pier Silvio è stata immediatamente promossa a condirettrice del telegiornale di Canale5. Da lì a diventarne unica responsabile il passo è breve e forse Mimun sta cercando ogni escamotage per evitare la sua detronizzazione.