I tank e le truppe israeliane hanno preso il controllo della strada principale che separa la parte orientale da quella occidentale di Rafah, e di fatto hanno circondato l’intero lato orientale della città, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta il sito della Reuters citando testimonianze di “esplosioni e sparatorie quasi costanti nell’est e nel nord-est della città“.
Hamas aveva accettato il negoziato prima dell’attacco di Israele
Nel tardo pomeriggio della giornata di ieri, Hamas aveva accettato la proposta di tregua avanzata da Egitto e Qatar, forse come ultimo tentativo di prevenire l’imminente attacco a Rafah. Infatti, questa mossa era arrivata dopo la richiesta di evacuazione di centinaia di migliaia di civili dalla città, un segnale che preannunciava chiaramente l’inizio dell’attacco.
Hamas ha proposto un accordo articolato in tre fasi di sei settimane ciascuna, che mira al cessate il fuoco permanente, al ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, al ritorno degli sfollati e allo scambio di prigionieri, incluso il rilascio di ostaggi civili israeliani. In risposta, Israele ha mostrato cautela, sottolineando che la proposta di Hamas non corrisponde alle trattative discusse con gli egiziani e accusando l’organizzazione palestinese di fare “giochetti” per ottenere più del dovuto dal negoziato. Il ministro dell’Economia israeliano, Nir Barkat, durante un incontro con la stampa italiana a Roma, aveva messo in dubbio la sincerità di Hamas nel voler firmare l’accordo, descrivendo l’annuncio come un tentativo di mettere Israele in cattiva luce.
Le preoccupazioni della comunità internazionale
Il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, durante un incontro con il presidente italiano Sergio Mattarella, ha espresso severa critica verso le azioni israeliane a Rafah, definendo l’invasione “intollerabile” per le sue devastanti conseguenze umanitarie e l’impatto destabilizzante nella regione. Guterres ha anche rinnovato il suo appello per un accordo di pace tra Israele e Hamas, sottolineando la necessità di una soluzione duratura che precluda ulteriori perdite di vite umane.
Israele ha confermato di inviare una delegazione al Cairo per esplorare la possibilità di raggiungere un accordo di tregua con Hamas, nonostante l’operazione militare nella città di Rafah non sia ancora terminata. L’ufficio del primo ministro israeliano ha comunicato che, nonostante le proposte di Hamas siano “lontane dai requisiti necessari“, la possibilità di un accordo in termini accettabili sarà esplorata.
La comunità internazionale segue con apprensione gli sviluppi, con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che invita l’Occidente a esercitare pressione su Israele per accettare la tregua. Nel frattempo, i preparativi per un’ulteriore operazione militare contro i battaglioni di Hamas procedono, mentre la popolazione civile si trova in una situazione di crescente disperazione e incertezza.