Sbattuto per terra con la faccia schiacciata sull’asfalto, poi condotto in cella in una stazione di polizia, legato mani e piedi e tirato per 13 minuti in condizioni di grosse difficoltà respiratorie, mentre implora “Please, please, please“. Questo è stato il trattamento per lo studente italiano Matteo Falcinelli arrestato a Miami, negli Stati Uniti.
Il ragazzo tornerà in Italia la settimana prossima: “Ieri mattina è stata concessa dal giudice a Matteo l’estensione dell’attuale permesso di viaggiare con possibilità per lui di rimanere in Italia fino al 30 Giugno 2024“, ha annunciato la signora Vlasta, madre del ragazzo. “Stiamo aspettando l’emissione del documento ufficiale, sperando di ricevere prima della nostra partenza anche il file con tutte le registrazioni audio e video riguardanti il caso di Matteo“, ha spiegato. “Pensiamo quindi di riuscire a rientrare in Italia verso la fine della settimana prossima“.
La famiglia del ragazzo ha annunciato che sporgerà formale denuncia per le azioni degli agenti, e nel frattempo il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sollecitato le autorità americane a prestare la massima attenzione sul caso: “Ho offerto alla signora e alla famiglia di Falcinelli la mia più calorosa solidarietà. Sono rimasto profondamente colpito dalla violenza e dal tipo di trattamento che è stato applicato al nostro giovane connazionale: quel sistema in Italia evoca qualcosa che neppure voglio nominare. Con equilibrio e rispetto per le istituzioni statunitensi, ma con tutta la forza necessaria, la Farnesina seguirà il caso del signor Falcinelli“.
Miami: il racconto del ragazzo
Il ragazzo brutalmente aggredito dalle forze dell’ordine americane rompe il silenzio. Al Quotidiano Nazionale racconta dettagli inquietanti su questa tragica vicenda: “Quando mi hanno portato in carcere avevo perso ogni speranza: non potevo telefonare a nessuno, mi sono sentito abbandonato nel dolore e nel freddo di quella prigione. Pensavo solo: “Ma qualcuno saprà che sono qui? Che fine farò? Resterò qui per sempre”. È stato difficile, tanto difficile”.
Una volta dentro la cella, Matteo è stanco e impaurito. Il ragazzo chiede una coperta e un cuscino che gli vengono negati: “Rimani qui, non andare via“. E ancora: “Marcirai in prigione, qui non hai diritti“, sventolandogli la carta di identità davanti.
Italiano arrestato a Miami: cosa è successo
Nella notte tra il 24 e 25 febbraio scorsi, lo studente viene arrestato nel corso di un intervento in un locale. Secondo una prima ricostruzione, Falcinelli aveva bevuto un drink con una ragazza, e poi si era accorto che gli erano spariti i suoi due cellulari. All’uscita c’era già una pattuglia della polizia ad aspettarlo: gli agenti scriveranno di essere intervenuti perché il ragazzo avrebbe creato problemi nel locale, tanto da essere sbattuto fuori e di essersi opposto all’arresto, facendo resistenza.
“È a quel punto che lo studente finisce a terra con le mani dietro la schiena e il ginocchio del poliziotto a premere sul collo. Poco dopo, le stesse immagini rimandano l’arrivo di uno dei buttafuori che riporta i due cellulari agli agenti. Poi viene portato alla stazione di polizia. È lì che avviene la tortura“, si legge nel Quotidiano Nazionale.
Miami: la denuncia della madre
La madre, intervistata dal QN, ha lanciato l’allarme sulle condizioni del proprio figlio: “A Matteo, solare e pieno di vita, hanno tolto il sorriso e distrutto i sogni portandolo addirittura a tentare di togliersi la vita. È stato torturato: basta vedere i video per capire. Quello che ha subito non dovrà succedere mai più. È seguito da psicologi e psichiatri. Inizialmente Matteo è stato ricoverato a causa delle gravi ferite, poi è stato trasferito in un ospedale psichiatrico perché a rischio suicidio. Ancora adesso, la notte, sogna l’arrivo della polizia che lo tortura e si sveglia urlando“.
Il 25enne “ha danni ai nervi di entrambe le mani, provocati dalle manette strette fino all’inverosimile: non gli circolava più il sangue. All’inizio non riusciva a tenere una tazza in mano, e adesso non può aprire una bottiglia. Ha problemi anche al collo e alla schiena“, racconta la madre. “Non avrò pace finché non avremo giustizia, per questo ho bisogno dell’aiuto di tutti, per portare avanti questa battaglia per i diritti umani e per condannare la tortura a un essere umano“, ha concluso.
Miami: l’intervento della Farnesina
Come informa una nota della Farnesina, sul caso dello studente, il ministro Tajani ha richiamato l’attenzione delle autorità americane. “Dall’inizio della vicenda il consolato generale d’Italia a Miami sta seguendo il caso. All’atto dell’arresto il signor Falcinelli è stato sottoposto a un trattamento detentivo particolarmente violento, testimoniato dalle stesse body-cam dei poliziotti che hanno effettuato il fermo“, si legge nel comunicato.
“Falcinelli era stato arrestato all’uscita di una discoteca. La polizia di Miami gli aveva contestato diversi reati, tra cui resistenza non violenta a pubblico ufficiale. È stato rilasciato due giorni dopo l’arresto. Il Consolato generale a Miami si è subito attivato: oltre a intervenire con le autorità locali, ha prestato la necessaria assistenza al connazionale e ai familiari, anche fornendo contatti dell’ufficio legale, poi scelto dalla famiglia. Sino alla conclusione della vicenda il Consolato generale, d’intesa con la Farnesina, continuerà ad assistere il connazionale, mantenendo stretto contatto con la famiglia“.