Il ministro Crosetto chiarisce la linea del governo sul rifornimento a Kiev: strumenti per la difesa ma anche generatori e altro materiale per la popolazione
L’invio delle armi all’Ucraina andrà avanti fino a quando non ci sarà la pace. L’Italia conferma la linea Draghi sugli aiuti a Kiev: a fare il punto della situazione è direttamente il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nelle comunicazioni al Senato e alla Camera.
“Gli aiuti militari finiranno quando ci sarà un tavolo di pace e non si tratterà soltanto di armi, saranno inviati anche generatori di energia, visto l’attacco alle infrastrutture ucraine. La nostra linea è quella del governo precedente. Tutti all’interno e al di fuori di quest’aula siamo per la pace e ripudiamo la guerra come strumento di offesa, tutti nessuno escluso, ma noi non molliamo, non flettiamo dalla nostra posizione”.
Cosa invia l’Italia
Gli aiuti da Roma dunque proseguiranno: pronti anche generatori, per sopperire alla mancanza di energie in ospedali, scuole, case e città. Le armi inoltre, spiega Crosetto, “serviranno invece per la difesa, per abbattere missili che cadono sulle scuole, sulle case e sulle città”. Poi Crosetto guarda al futuro. “Il mio ministero esce sconvolto da questa situazione perché le forze armate erano costruite per altro, come quelle tedesche, ad esempio per le operazioni di peacekeeping internazionale. Noi abbiamo costruito le forze armate in cui mandiamo ad addestrare persone che hanno 50 anni, ancora adesso. Perché non erano costruite con la possibilità reale di dover combattere e magari dover difendere il proprio paese”.