Il senatore di Azione-Italia viva presenta il ddl sul matrimonio egualitario. Gestazione per altri? “Campo molto delicato. Invito tutti a non reagire con la pancia”
“Tutto il mondo occidentale riconosce il matrimonio egualitario e mi sono chiesto quando l’Italia sarebbe stata pronta a compiere questo passo”. Per Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva, il momento è arrivato. In una conferenza stampa al Senato, rende nota l’intenzione di presentare un disegno di legge per istituire il matrimonio egualitario per coppie omosessuali.
Il superamento delle unioni civili
Sette anni fa era il tempo della legge sulle unioni civili, che puntava a ottenere una “sostanziale parità con le coppie eterosessuali”. Tuttavia, precisa il senatore, “con due istituti separati la legge di fatto discrimina coppie eterosessuali da quelle omosessuali. È per me il momento di andare avanti così come è accaduto in tutti i Paesi occidentali”. Tanti i Paesi del mondo in cui il matrimonio ugualitario è già realtà da tempo: dalla Norvegia all’Uruguay, dall’Islanda al Sudafrica: “Non c’è un motivo valido affinché l’Italia non si aggreghi”, afferma.
Maternità surrogata, il ddl targato FdI
Nel frattempo, Fratelli d’Italia con le firme della senatrice e sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti e del capogruppo FdI al Senato Lucio Malan ripresenta a Palazzo Madama il disegno di legge contro la maternità surrogata. La maternità surrogata in Italia è vietata, la pena per chi viola la legge prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro. Così come nel testo Meloni, anche nel ddl Rauti-Malan si sottolinea che “le pene si applicano anche se il fatto è commesso all’estero”.
La replica di Scalfarotto
Intervistato da Il Difforme a margine della conferenza stampa, Scalfarotto dichiara: “Di gestazione per altri si parla soprattutto quando riguarda unioni omosessuali come se le cose fossero immediatamente correlate, quando in realtà essa avviene in massima parte anche in coppie eterosessuali. Come per tutti i fenomeni, lo sfruttamento va punito sempre. D’altro canto esistono ordinamenti nel mondo molto civilizzati, con una cultura giuridica avanzata, che hanno messo in moto meccanismi per garantire che eventualmente questa sia una scelta della donna. Vanno, quindi, distinte le due fattispecie. Tendo a diffidare quando il legislatore dice alle donne cosa possono o non possono fare con il loro corpo”. “Non tutto ciò che eticamente non ci piace può diventare reato – prosegue –. Dobbiamo fare in modo che le donne abbiamo sempre la possibilità di gestire il loro corpo liberamente, che significa senza sfruttamenti e senza costrizioni. È un campo molto delicato. Invito tutti a non reagire con la pancia. Quando si fanno norme penali la confusione fra ciò che ci disgusta e ciò che reato va tenuta separata”, conclude.