Con le titubanze sull’App 18, il climax discendente degli emendamenti, l’abolizione di microtasse e il ‘contentino’ a Forza Italia sulla questione pensioni, l’iter per approvare la manovra prosegue
Tempi sempre più stretti per la manovra, il cui iter di approvazione prosegue lento e macchinoso. Verrà approvata prima di fine anno, così da evitare l’esercizio provvisorio? I nodi politici da sciogliere sono ancora molti, a partire dal tanto discusso bonus diciottenni, sul quale il governo tira il freno a mano.
Infatti, dopo le proteste dell’opposizione e delle associazioni di settore ma anche le forti titubanze di Forza Italia, la misura sembra essere destinata quantomeno ad essere riformulata, rimanendo in sostanza sempre la stessa.
Una fake news?
Ma il presidente della commissione Cultura e presentatore dell’emendamento in questione Federico Mollicone, corregge il tiro: “Non aboliamo la App 18. È una fake news. Se ci sono proposte migliorative da parte dell’opposizione bene – aggiunge – ma forse hanno paura che gli venga cambiato nome. Sarà fatta una nuova Carta con criteri più trasparenti ed equi, che potrebbe essere legata all’Isee”, puntualizza Mollicone. La misura “va modificata perché mostra criticità, ma dire che la cancelliamo è falso”, sottolinea lo stesso ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
La dura presa di posizione del Terzo Polo, contribuisce alla frenata del governo: con la raccolta firme di Iv, si punta alla cancellazione definitiva della misura. Ma a scendere in campo c’è anche Forza Italia: “Il bonus è valido, va riformulato e vanno mantenute le risorse”, hanno detto i capigruppo di Camera e Senato Ronzulli e Cattaneo.
Dunque il bonus diciottenni resta?
Le probabilità sono alte. Ma se resta, verrà comunque riformulato. Al momento, fanno sapere fonti di Fratelli d’Italia, “è possibile che non sia nemmeno tra gli emendamenti segnalati per un esame prioritario in commissione”.
Il climax discendente degli emendamenti
Nel frattempo, oggi, i tremila emendamenti sono scesi a duemila con il vaglio delle ammissibilità ma sono destinati a scendere ancora – intorno a 450 – con i segnalati che vanno presentati entro le 15.
Ma da Fratelli d’Italia arriva comunque un appello all’opposizione a convergere per stringere i tempi: “La maggioranza di centrodestra – sottolinea il capogruppo Tommaso Foti – pur non volendo comprimere i diritti di alcuno, evidenzia come i tempi a disposizione del Parlamento per evitare l’esercizio provvisorio siano estremamente ridotti”.
Le opposizioni manderanno le proprie segnalazioni ma chiedono che vengano quantomeno espressi i pareri del governo su tutti.
Abolizione di microtasse
Una misura sulla quale, nel frattempo, si starebbe lavorando in maniera bipartisan – viene riferito – è quella dell’abolizione di una serie di microtasse, balzelli che costano all’Erario, una misura che era entrata nella delega fiscale del governo Draghi naufragata in Senato poco prima che il governo cadesse.
Non dovrebbe rientrare, nel frattempo, tra i segnalati di Fratelli d’Italia, la proposta di modifica che prevedeva un congelamento dei processi per le imprese che scelgono la rateizzazione dei debiti dovuti a mancati versamenti fiscali.
Il contentino a Forza Italia
Forza Italia, che da tempo non nasconde i propri desideri di modifica su alcuni punti della manovra, potrebbe venire accontentata perlomeno sul fronte delle pensioni minime. Secondo quanto viene riferito, , nonostante il tema delle coperture posto dalla Lega, gli azzurri sarebbero in procinto di spuntarla sull’ulteriore innalzamento a 600 euro.
Situazione pos ancora in stanby
Sulla questione del tetto per l’obbligo di accettare pagamenti con il pos, al momento nessuna novità. In settimana, dovrebbe decidersi in base alle interlocuzioni con l’Ue.
Altro fronte aperto è quello del Superbonus, lunedì è prevista una riunione di maggioranza con i tecnici sull’argomento. “Ci sono tante proposte al vaglio – sottolinea il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – ma occorre avere il parere di conformità da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. C’è la possibilità di rinviare la presentazione della Cilas”, ha aggiunto. L’ipotesi sulla quale si lavora è quella di una riapertura dei termini al 31 dicembre o a 15 giorni dopo la pubblicazione della legge di bilancio. Mentre sullo sblocco dei crediti lo strumento su cui si lavora è quello della compensazione con i modelli F24.