Houthi: “Avanti con il sostegno a Gaza. Israele ha varcato la linea rossa, risponderemo”

Gli Houthi yemeniti promettono una pronta reazione al terribile attacco israeliano, ribadendo il proprio sostegno al popolo palestinese

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Il sostegno dello Yemen a Gaza non si fermerà: lo dichiarano gli Houthi, in risposta al massiccio attacco di Israele, che ha bombardato violentemente lo Yemen in risposta al missile lanciato dai ribelli sull’aeroporto Ben Gurion. “Israele ha varcato la linea rossa e ora deve aspettarsi una risposta“, continua il comunicato citato da al Arabiya.

Le operazioni militari continueranno, il sostegno dello Yemen alla Palestina non si fermerà fino alla fine dell’aggressione e dell’assedio di Gaza“, promettono gli Houthi, che rinnovano nei confronti dello Stato ebraico le accuse di crimini di guerra e soprattutto di genocidio del popolo palestinese.

Il piano israeliano per la conquista di Gaza

A 24 ore di distanza dall’offensiva contro l’aeroporto di Tel Aviv, dove è esploso un missile inviato dagli Houthi, Israele è pronto a prendersi la sua vendetta. Ieri sera, il gabinetto di sicurezza israeliano è rimasto riunito fino a tardi, dove è stata decisa, come dichiarato da Netanyahu, “un’azione intensa per la sconfitta di Hamas, che ci aiuterà anche nella liberazione degli ostaggi“. Un consiglio che sarebbe stato avanzato dal Capo di Stato maggiore, secondo cui la popolazione che vive sulla Striscia sarà spostata per “proteggerla“. E il leader israeliano tiene il punto ribadendo come “non ci saranno più ingressi e uscite, non ci saranno più incursioni” di Hamas in Israele.

Il piano dello Stato ebraico prevedrebbe un’incursione nella Striscia con l’obiettivo di permettere ai soldati israeliani di rimanervi e quindi non solo di portare a termine un’attacco. Una sorta di invasione, che ha ovviamente creato un certo allarmismo sia in Palestina che negli ambienti internazionali. Un alto funzionario di Hamas, intanto, ha deciso di annunciare che il gruppo terroristico non ha più intenzione di intrattenere negoziati con Israele.

Non ha senso avviare colloqui o prendere in considerazione nuove proposte di cessate il fuoco finché la guerra della fame e la guerra di sterminio continuano nella Striscia di Gaza“, ha spiegato, chiarendo che finché non verranno riaperti i valichi per l’entrata degli aiuti umanitari nella Striscia, Hamas non sarà più disponibile ad accordi. L’alto funzionario ha poi rivolto un appello ai vertici dei governi occidentali, chiedendo a questi di procedere con maggiori pressioni nei confronti di Gerusalemme, affinché questo terribile capitolo della storia si concluda.

Witkoff: “Israele deve scegliere l’unità non la divisione”

L’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, si è inserito nella questione decidendo di consigliare lo Stato ebraico. Secondo uno dei funzionari più vicini a Trump, Israele deve riuscire a tenere unito il suo popolo. A seguito dell’annuncio dell’espansione delle operazioni a Gaza, una parte della popolazione si è ribellata, nel timore che questa evoluzione possa mettere ancora a più a rischio le vite degli ostaggi, così come il benessere della popolazione.

Esorto il popolo israeliano a scegliere l’unità anziché la divisione, la speranza anziché la disperazione“, ha sostenuto Witkoff, ricordando la grandezza dello Stato di Israele e sottolineando la forte alleanza che condivide con gli Stati Uniti. “Quando sarete uniti, il futuro di Israele brillerà più che mai“, ha aggiunto, concludendo un messaggio che da molti è stato interpretato come atipico.

Israele, i timori per il destino degli ostaggi

L’acuirsi delle ostilità potrebbe però essere fatale per gli ostaggi di Israele a Gaza. A comunicarlo è il Capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir, dopo la dichiarazione di un’operazione su larga scala nella Striscia, che prevede un’escalation delle azioni militari e l’occupazione della Striscia. L’Agenzia delle Nazioni Unite ha già respinto il piano israeliano che prevede anche la modifica delle modalità di ingresso e distribuzione degli aiuti umanitaria a Gaza.

Intanto, il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha pubblicato un nuovo video in cui risponde a domande poste dal suo ufficio stampa in cui fa riferimento alla decisione di non istituire una commissione statale d’inchiesta sul 7 ottobre. “Dobbiamo farlo, ma alla fine della guerra“, ha puntualizzato il leader israeliano, avvertendo di essere “alla vigilia di un’invasione massiccia di Gaza, secondo le raccomandazioni dello Stato maggiore“.

Intanto, una fonte della sicurezza israeliana ha confermato che oggi è stato sganciato il sesto attacco delle Forze di Difesa israeliane nei confronti dello Yemen. Nel porto di Hodeida sarebbero state sganciate 50 bombe, destinate a distruggere gli impianti di produzione di cemento, a loro volta utilizzati per la produzione di armi. “Questo è un attacco molto forte, e non sarà l’ultimo. I giochi sono finiti“, ha poi dichiarato il funzionario, spiegando che nel porto erano presenti alcune armi appena consegnate dall’Iran agli Houthi.

Onu, Guterres: “Sono allarmato da intenzioni di Israele”

Al momento, le informazioni sull’offensiva che Israele ha intenzione si mettere in atto a Gaza sono minime. Da quanto si apprende dall’esercito israeliano, sembra che il piano preveda innanzitutto lo sfollamento dellamaggior partedegli abitanti della Striscia per garantirne la sicurezza e per allontanarli da Hamas. “L’operazione includerà un attacco su vasta scala“, hanno poi aggiunto, generando una certa preoccupazione a livello internazionale.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto “allarmato” dalle intenzioni dello Stato ebraico, in quanto questa operazione non farò altro che espandere il numero delle morti tra i civili e provocare ulteriore distruzione all’interno del territorio palestinese.

L’Ue: “Preoccupati dal piano israeliano a Gaza”

Esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione“, riporta il portavoce dell’Unione per la Politica estera, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa, ribadendo come il piano per occupare Gaza causerà ulteriori vittime e sofferenze alla popolazione palestinese. “L’Alta rappresentante – spiega il portavoce – ha chiarito che la ripresa dei negoziati era l’unica via da seguire. E’ essenziale il ritorno al cessate il fuoco, che porterà al rilascio di tutti gli ostaggi e alla cessazione definitiva di tutte le ostilità“.

Pertanto risulta essenziale ripristinare immediatamente l’accesso e la distribuzione degli aiuti umanitari, nonché la fornitura di elettricità a Gaza. L’Unione europea esorta inoltre “l’establishment israeliano a revocare il blocco di Gaza affinché gli aiuti umanitari possano riprendere a fluire su larga scala“.

Trump: “Faremo arrivare il cibo a Gaza, ma Hamas ruba ciò che arriva”

L’offensiva però non avrà inizio prima che si concluda il viaggio del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nei Paesi del Golfo, dal 13 al 16 di maggio. Si tratta di una finestra temporale durante cui verrà lanciato l’ultimatum di Israele a Hamas, incarnato da un accordo sulla tregua e la liberazione degli ultimi ostaggi nei prossimi dieci giorni. Se non si troverà l’intesa, partirà nell’immediato l’operazione “Carri di Gedeone“, una nota figura biblica riuscita nell’opera di guidare un piccolo esercito israelita contro un nemico numericamente superiore, riuscendo a sconfiggerlo.

Quando gli è stato chiesto alla Casa Bianca dei piani israeliani per un assalto esteso al territorio, il tycoon ha ribadito la promessa di aiutare a far arrivare cibo ai palestinesi a Gaza. Trump ha anche accusato Hamas di trattare “male” la popolazione che attualmente vive nella Striscia. “Aiuteremo la popolazione di Gaza a procurarsi del cibo. La gente muore di fame e noi la aiuteremo a procurarsi del cibo“, ha assicurato il Presidente a stelle e strisce che ha però ammesso come Hamas stia “rendendo tutto impossibile perché sta prendendo tutto quello che arriva“.

Gaza è sotto assedio totale da parte di Israele da oltre due mesi e nessun aiuto, tra cui cibo, acqua e medicine, è riuscito a giungere nell’enclave. Il Presidente non ha però espresso alcuna opinione circa il piano di Israele di intensificare l’azione militare a Gaza.

L’Idf: “Il piano è ampio ma limitato”

Per placare gli animi, arriva la precisazione degli alti ufficiali dell’Idf a Ynet, in seguito anche alla tensione che si è creata in Israele sia nell’opinione pubblica che tra le famiglie degli ostaggi, spiegando che è importante capire con esattezza che cosa è stato approvato e che cosa no dal gabinetto.

Il piano approvato dal gabinetto di sicurezza per l’espansione dell’operazione a Gaza – chiariscono – è ampio ma comunque limitato: non prevede operazioni nelle zone dove si sospetta la presenza di ostaggi. L’Idf passerà da incursioni temporanee alla conquista di aree (ma non dell’intera Striscia), con operazioni di bonifica e attività intensiva nei tunnel“.

Il piano di Israele per la “conquista di Gaza”

Il piano trapelato sui media israeliani, prevede la “conquista di Gaza”, secondo quanto riportato da una fonte del governo israeliano citata dal Times of Israel. L’intenzione è di impedire al gruppo terroristico di Hamas di prendere il controllo degli aiuti umanitari.

La strategia prevede cha sia abbandonata la distribuzione all’ingrosso e l’immagazzinamento degli aiuti. Secondo quanto riportato dall’ONU, gli organizzatori internazionali e gli appaltatori di sicurezza privati devono “distribuire il cibo alle singole famiglie, rappresentate ognuna da una sola persona che sarà controllata dall’Idf e raggiungerà i luoghi di distribuzione“.

Il piano dovrebbe essere messo in atto solo dopo l’evacuazione della popolazione dal nord e dal centro della Striscia nella zona dei corridoi Morag e Filadelfia. Non è previsto il coinvolgimento diretto dei soldati dell’Idf nella distribuzione degli aiuti ma dovranno “fornire un livello di sicurezza esterna per gli appaltatori privati“.

Secondo quanto riportato dal Times of Israel, le direttive saranno applicate solo dopo la visita di Donald Trump nella regione la prossima settimana e, fino ad allora, si cercherà di raggiungere un accordo con Hamas su un cessate il fuoco e gli ostaggi.

https://twitter.com/timesofisrael/status/1919309610273341850?s=4

Questo metodo dovrebbe rendere più complicato il dirottamento dei viveri verso le milizie di Hamas ma allo stesso tempo rende problematico il sostentamento della popolazione. Risultano infatti chiusi i valichi che garantiscono il passaggio dei camion con gli aiuti.

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