L’ipotesi che Donald Trump e Vladimir Putin possano incontrarsi in Arabia Saudita dal 13 al 16 maggio sembra essere destinata a naufragare. Lo ha confermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che ha annunciato che il presidente russo non sarà presente a Riad negli stessi giorni in cui vi si troverà il suo omologo americano. Un brusco passo indietro rispetto all’apertura che ieri sera era giunta dall’agenza di stampa russa, Tass, che aveva lanciato l’indiscrezione, pur sottolineando che al momento non vi sarebbero certezze di alcun tipo.
Anche il presidente degli Stati Uniti sembra particolarmente perplesso dalla possibilità. Incalzato dai giornalisti su un possibile incontro con il titolare del Cremlino, Trump si è sfilato dalla discussione, sostenendo di non aver ancora preso in considerazione l’ipotesi. I rapporti del Tycoon con lo zar russo sembrano essersi raffreddati, a causa della presunta mancanza di volontà di Putin di porre fine al conflitto in Ucraina.
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Sin dalla campagna elettorale e dall’inizio del suo mandato, Trump ha reso manifesta la volontà della sua amministrazione di lavorare per portare ad una veloce conclusione del conflitto, al fine di salvaguardare le vite dei cittadini russi e ucraini. Da mesi, però, le trattative sembrano non portare a nulla di concreto, mentre gli unici spiragli di speranza sono dati dai tentativi della Russia di portare a cessate il fuoco brevi, di massimo tre giorni.
Lo scetticismo di Trump nei confronti delle posizioni del Cremlino
Uno sforzo che al momento non sembra essere stato apprezzato dagli Stati Uniti, che sembrano pronti a sfilarsi dalla situazione, nel caso in cui questa non dovesse trovare un’efficace risoluzione. Lo scorso 26 aprile, il Tycoon ha condannato duramente i continui attacchi verso l’Ucraina, sostenendo che, forse, il presidente russo lo starebbe “prendendo in giro“. A questo punto, quindi, gli Usa si trovano di fronte alla consapevolezza che per il momento il conflitto russo ucraino non è ancora giunto nelle vicinanze di una conclusione.
Solo ieri, infatti, Donald Trump ha confessato in un’intervista alla Nbc di non essere più convinto che la guerra a Kiev possa essere risolta dagli Stati Uniti. “C’è un odio tremendo tra quei due uomini“, ha sostenuto facendo riferimento a Donald Trump e Volodymyr Zelensky, per poi ammettere di aver preso in considerazione la possibilità che il conflitto debba arrivare ad una conclusione autonoma, senza interferenze di Stati terzi. “Forse non è possibile raggiungere la pace“, ha dichiarato il miliardario, tentando di lanciare l’ennesimo monito nei confronti di Mosca e Kiev.
Peskov: “I rapporti tra Usa e Russia devono rimanere invariati”
A poche ore da questa intervista, quindi, la Russia sembra aver assunto un nuovo posizionamento. Ovviamente non vi è alcuna apertura nei confronti di una tregua con l’Ucraina, se non per quella già annunciata che si svolgerà tra il 7 e il 9 maggio per permettere di celebrare l’80esimo anniversario della liberazione dal nazismo. “Per diversi aspetti riteniamo che sia necessario un incontro tra Putin e Trump“, ha sostenuto Peskov alla Tass, chiarendo che in ogni caso questo dovrà essere accuratamente organizzato, con sforzi a vari livelli di esperti.
Affinché tale incontro veda la luce, però, è necessario che i rapporti tra Washington e Mosca rimangano invariati e di conseguenza proseguano. Una sorta di risposta alla possibile decisione del Tycoon di smettere di interessarsi alla questione ucraina. Un piccolo passo in avanti che ora attende solo la conferma dell’interesse Usa e che potrebbe aprire finalmente alla possibilità di un negoziato.
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