La costante ascesa dei prezzi dei carburanti continua a pesare sulle tasche degli automobilisti, con la benzina che raggiunge cifre mai viste da circa sei mesi. Secondo i dati elaborati da Quotidiano Energia in base alle comunicazioni dei gestori all’Osservaprezzi del Mimit, il prezzo medio della benzina al self ha toccato quota 1,911 euro al litro, il massimo registrato dal 19 ottobre.
Questo aumento è attribuito al recente rally del petrolio e all’incremento delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, ma anche alle conseguenze della guerra in Ucraina tuttora in corso. Il prezzo medio praticato del diesel self è anch’esso in crescita, attestandosi a 1,811 euro al litro, rispetto al dato precedente di 1,803 euro al litro.
Benzina: prezzi insostenibili per il servito
Per quanto riguarda il servito, i prezzi risultano ancora più elevati, con la benzina che si attesta a 2,048 euro al litro e il diesel a 1,951 euro al litro. Le compagnie propongono prezzi medi compresi tra 1,889 e 2,029 euro al litro per il diesel e tra 1,990 e 2,131 euro al litro per la benzina. I prezzi medi praticati del Gpl oscillano tra 0,723 e 0,741 euro al litro, mentre per il metano auto vanno da 1,308 a 1,414 euro al kg.
Le quotazioni del petrolio hanno registrato un notevole aumento, con il Brent che ha raggiunto i massimi degli ultimi cinque mesi, toccando gli 88 dollari a barile. Questo trend è alimentato dalle aspettative di una riduzione dell’offerta, derivante dai tagli alla produzione decisi dall’Opec+ fino a fine giugno.
Inoltre, la minore produzione delle raffinerie russe, a seguito degli attacchi dei droni ucraini, ha contribuito a rafforzare l’andamento dei prezzi. La Russia, insieme agli Stati Uniti e all’Arabia Saudita, rappresenta il 40% della produzione globale di petrolio nel 2023. La guerra in Ucraina non sembra essere destinata a finire molto presto, e il proseguimento del conflitto continuerà inevitabilmente a pesare sull’economia occidentale ancora a lungo.