Per ogni litro di benzina sono compresi 0,73 euro di accise e 0,31 euro di Iva, che finiscono nelle tasche dello Stato
Il prezzo della benzina in Italia si compone di quattro fattori principali: accise, iva, materia prima e margine lordo (cioè i ricavi lordi della filiera distributiva). Stando al dato del Mite aggiornato al 1° novembre 2021, la benzina oggi costa mediamente 1,75 euro per litro. Da cosa è composto il prezzo della benzina? Quando andiamo alla pompa di benzina per ogni litro noi paghiamo: 0,73 euro di accise; 0,31 euro di IVA; 0,59 euro di materia prima; 0,11 euro di margine lordo.
A chi vanno i soldi della benzina?
I 73 centesimi di accise e i 31 centesimi di IVA vanno allo Stato mentre i 59 centesimi di materia prima a chi produce la benzina, quindi, in maniera semplificata, alle compagnie petrolifere. Gli 11 centesimi rimanenti spettano alla distribuzione quindi, semplificando, ai distributori di benzina. Ma quanto incide il prezzo del barile sulla benzina? Volendo seguire una logica semplice e lineare, che si rivelerebbe sbagliata, nel caso in cui ci fosse un abbassamento del prezzo del barile del 50%, dal benzinaio noi dovremmo pagare un litro la metà. Invece, puntualmente non è così. Perché? Il motivo c’è. Anzi, ce ne sono diversi. Il principale è semplice: il grosso del prezzo della benzina è dato dalle accise, che possiamo considerare fisse, e dall’Iva, che nel nostro paese rimane del 22%; per cui se immaginassimo per assurdo che il prezzo del barile fosse 0 euro, un litro di benzina lo pagheremmo comunque circa 1 euro. Questa apparente “stranezza” è data dal fatto che le accise di 73 centesimi e gli 11 centesimi di distribuzione rimangono. Siamo a 84 centesimi, aggiungiamo il 22% e arriviamo a 1,02 euro. Meno di questo praticamente non si può, anche se la materia prima costa 0 euro.
Le accise sulla benzina nei paesi europei
L’aspetto da non dimenticare è che la tassazione sui carburanti c’è in tantissimi paesi, quindi non è una storia solo italiana come molti pensano. L’Europa impone un’accisa minima di circa 36 centesimi di euro per ogni litro di benzina (33 centesimi per il diesel e circa 12 per il gpl). Ogni Stato membro può poi decidere se applicare o meno ulteriori tassazioni. In Bulgaria l’accisa è pari a circa 0,36 euro (a cui si aggiunge il 20%o di IVA), mentre in Ungheria, Polonia, Romania, Lituania e Spagna si colloca tra i 0,39 e i 0,45 euro. Salendo di fascia, si pagano accise leggermente più care in Lussemburgo (0,46 euro più il 17 % di IVA), Repubblica Ceca (0,49 euro) e Croazia (0,51 euro). Nella fascia tra 0,60 e 0,70 euro per litro ritroviamo il Belgio (0,61 euro più il 21% di IVA), Portogallo (0,66 euro), Germania (tra 0,65 e 0,67 euro) e Francia (0,68 euro). Infine, ci sono i Paesi con le accise più alte: in Finlandia e Svezia siamo a circa 0,70 euro con un’IVA rispettivamente al 24 e al 25%. L’Italia è il secondo Stato membro per impatto delle accise: 0,73 euro a cui si aggiunge l’IVA pari al 22%. Peggio di noi in Europa ci sono solo i Paesi Bassi, dove le accise hanno un costo di quasi 0,78 euro per litro, con l’IVA al 21%. Senza il carico delle accise e dell’IVA un litro di benzina lo pagheremmo circa 0,70 euro.
Il prezzo della benzina fuori dall’Europa
Fuori dall’Europa il prezzo della benzina può variare molto. Al momento Hong Kong è il Paese con il prezzo più alto in assoluto: 2.56 dollari per litro. Un vero record. In Arabia Saudita, invece, un litro di benzina costa circa 60 centesimi di dollaro. In Bolivia un litro costa circa 46 centesimi di euro, in Malesia 34, in Algeria 30, in Sudan 12, in Iran addirittura 6. Ma il Paese con il prezzo della benzina più basso al mondo è il Venezuela: un litro costa solo 2 centesimi di dollari.