La Nato in allerta. La Russia smentisce: “Una provocazione, i missili non sono nostri”. Il premier polacco convoca il consiglio di difesa. Secondo l’articolo 5 della Nato si avviano le procedure del meccanismo di solidarietà che prevede anche l’opzione armata
Due missili e due morti in Polonia. A lanciarli sul paese della Nato sono stati i russi, dopo la pioggia di oltre 100 razzi che si è abbattuta nel pomeriggio sull’Ucraina nell’ennesima sfida di Putin al mondo, in pieno G20: sarebbe la prima volta che un Paese dell’Alleanza viene colpito direttamente nel conflitto. D’urgenza, il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha convocato il Consiglio dei ministri per la sicurezza nazionale e la difesa, e a confermarlo è il portavoce del governo Piotr Müller. Di preciso, i due missili, sono caduti su Przewodow, vicino al confine ucraino.
Attualmente, dopo l’accaduto, la Nato sta “esaminando” notizie non confermate sulla caduta di missili che hanno causato la morte di due persone. Lo ha riferito un funzionario precisando che l’Alleanza Atlantica si sta “coordinando strettamente con l’alleato polacco”.
La Russia si difende
Il Ministero della difesa russo afferma che “Le dichiarazioni diffuse dal governo e dai media polacchi circa la caduta di due missili russi sul territorio della Polonia sono una deliberata provocazione che ha l’obiettivo di causare una escalation della situazione”.
Nella dichiarazione viene smentito che i missili caduti sulla Polonia fossero russi, e che “non sono stati compiuti attacchi con armi di Mosca contro obiettivi vicino al confine ucraino-polacco”, così riferisce l’agenzia di stampa russa Interfax.
La posizione degli Usa
La Casa Bianca “stabilirà cosa è accaduto, e quali sono i prossimi passi appropriati”, circa la caduta di missili in territorio polacco. “Gli Usa stanno lavorando “assieme al governo polacco per raccogliere maggiori informazioni” ha dichiarato Adrienne Watson portavoce del National Security Council.
L’Ucraina consiglia di “agire”
“I nuovi attacchi russi contro l’Ucraina sono uno schiaffo in faccia al G20″, questo secondo il presidente ucraino, Volodymir Zelensky. I missili caduti sulla Polonia, Paese Nato, sono russi e questo è un “attacco alla sicurezza collettiva”, ha aggiunto, parlando di una “escalation significativa. Dobbiamo agire”, ha concluso.
Mentre, il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, ha affermato che: “I missili caduti in Polonia, vicino al confine ucraino, non sono un incidente, ma un palese “saluto” pianificato deliberatamente dalla Russia, mascherato da un “errore”. Ciò accade quando il male rimane impunito e i politici si impegnano nella ‘pacificazione’ dell’aggressore – affermando che – “il regime terrorista russo deve essere fermato”.
La condanna dalla Lettonia
“Il criminale regime russo ha lanciato missili che hanno preso di mira non solo i civili ucraini, ma sono anche caduti sul territorio Nato in Polonia. La Lettonia sostiene pienamente gli amici polacchi e condanna questo crimine”. Ad affermarlo il ministro della Difesa della Lettonia, Artis Pabriks.
La Nato esaminerà opportunità di una risposta
Dopo il lancio di missili russi in territorio polacco, la Nato esaminerà l’opportunità di una risposta come prevede l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico siglato nel 1949. La reazione all’attacco non è automatica, anche se ne viene legittimata. L’articolo recita infatti che “le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”.
Dunque, quella della risposta armata è una fra le opzioni prese in considerazione. Ad ogni modo, al Consiglio di Sicurezza dei Paesi membri spetta valutare la risposta della Nato: “Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso” – prosegue l’articolo 5 – “saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.
A marzo scorso il presidente americano Joe Biden aveva ribadito al presidente polacco Andrzej Duda – il cui stato è membro Nato dal 1999 – riferendosi all’articolo 5 del Trattato, che esso costituisce un “vincolo sacro”.
Le reazioni in Europa
“Sono scioccato dalla notizia che un missile o altre munizioni abbiano ucciso persone in territorio polacco. Le mie condoglianze alle famiglie”. Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che si trova a Bali per il G20. “Noi stiamo con la Polonia. Sono in contatto con le autorità polacche, i membri del Consiglio europeo e altri alleati”, aggiunge.
“I miei pensieri vanno alla Polonia, nostro stretto alleato e vicino. Stiamo monitorando attentamente la situazione e siamo in contatto con i nostri amici polacchi e alleati della Nato”. Questo il tweet del ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock. Il presidente francese Emmanuel Macron, inoltre, “ha preso contatto” con la Polonia e si aspetta una “discussione” domani al G20 sulla notizia non confermata di missili russi. Lo riferisce l’Eliseo.