Intanto si elaborano previsioni sul ‘piano Putin’, per il sindaco di Kiev il presidente della Russia: «Andrà avanti fino a dove noi glielo consentiremo». Mais: 18.000 tonnellate arrivate oggi in Spagna con una rotta alternativa per evitare il blocco russo
«Arrendersi o morire» sono le due chance date alle forze ucraine nella città di Severodonetsk, dove in seguito al bombardamento dell’ultimo ponte in grado di collegare la città con il resto del paese, le forze di Kiev sarebbero rimaste bloccate. Ad esprimersi sulla questione è il vicecapo del dipartimento della Milizia popolare della Repubblica Popolare del Donetsk, Eduard Basurin, ripreso dall’agenzia di stampa Ria Novosti: «Per loro resa o morte». Secondo il racconto di Basurin ieri le forze ucraine avrebbero fatto saltare l’ultimo ponte in grado di collegare le due città: Severodonetsk e Lisichansk, dunque ora sarebbero bloccati dalle forze russe.
Severodonetsk è ormai più russa che ucraina, dato che le forze di Mosca controllano il 70% della città, a riferire tale dato è stato il capo dell’amministrazione statale regionale di Lugansk Sergey Gaidai che su facebook ha scritto: «I russi controllano totalmente la maggior parte di Severodonetsk. I combattimenti sono così feroci che la lotta può durare un giorno, nemmeno per la strada, ma solo per un grattacielo. Azot ha circa 500 residenti, 40 dei quali sono bambini. La zona industriale è pesantemente bombardata da artiglieria nemica di grosso calibro». Inoltre, Gaidai ha aggiunto che le persone rifugiate nell’impianto chimico Azot non sono forti come quelle dell’Azovstal di Mariupol e per questo le autorità e i militari stanno cercando di effettuare un’evacuazione organizzata adottando garanzie di sicurezza. La sorte di Severodonetsk è sempre più simile a quella di Mariupol e questa volta in gioco ci sono le vite di 40 bambini.
Il sindaco di Kiev: «Putin se ne deve andare o sparire»
Vitali Klitschko il sindaco di Kiev torna a dubitare sulle intenzioni di Putin che, secondo lui, non si limiterebbero al territorio ucraino. Durante un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Bild, il sindaco Klitschko ha affermato: «Putin ha distrutto la vita di milioni di persone. Lui ha iniziato una guerra e lui può concluderla. Ci sono molte speculazioni, sul fatto ad esempio che Putin abbia iniziato la guerra perché sarebbe malato, e non avrebbe più molto da vivere. Ma io non ho informazioni su questo- poi puntualizza- Milioni di persone, la cui vita è stata distrutta da Putin, hanno un enorme auspicio: Putin se ne deve andare o sparire. Oppure il buon Dio deve richiamarlo a sé».
Secondo il sindaco della capitale il desiderio espansionistico di Putin andrebbe molto oltre il territorio di Kiev: «Putin dice personalmente che lui aspira a tutto il territorio, che un tempo apparteneva alla Russia. Continuerà la sua marcia. Il suo interesse non finisce a Kiev o alle frontiere con la Polonia. Io ne sono assolutamente convinto- poi avvisa Berlino- la Germania non deve dimenticare che una parte del Paese era parte di un impero sovietico» ha aggiunto il sindaco.
Alternativa al blocco russo del Mar Nero: 18.000 tonnellate di mais in Spagna
L’unica notizia positiva di oggi è il trasporto di mais portato a termine: le 18.000 tonnellate di mais ucraino sono giunte al porto di La Coruña, nel nord ovest della Spagna. A confermare la notizia è stata l’agenzia di stampa spagnola Efe. Il viaggio è avvenuto sia via terra che via mare e in questo modo è stato possibile sviare al blocco russo del Mar Nero. Il carico con il grano è giunto in Galizia attraverso un viaggio via terra dall’Ucraina fino al porto polacco di Świnoujście, poi è stato trasportato sulla nave Alppila, che ha intrapreso il viaggio via mare con scalo intermedio in Germania a Brunsbüttel per poi giungere a destinazione. L’arrivo della merce fa ben sperare che sia possibile, per ora, attuare un piano b per il trasporto delle materie prime e ridurre il rischio della crisi alimentare internazionale dalle dimensioni gigantesche soprattutto per i paesi in via di sviluppo.