Cittadini, amici e familiari sono scesi in piazza in occasione della manifestazione “Verità e Giustizia per Stefano Dal Corso” organizzata in piazza degli Euganei nel tardo pomeriggio di mercoledì 12 aprile nel quartiere Tufello di Roma
“Non vogliamo accusare nessuno però senza l’autopsia a me viene da pensar male. Leggevo pochi giorni fa un articolo che parlava di un altro ragazzo suicidatosi in cella a Cagliari, nel carcere di Uta, ed è stata disposta immediatamente l’autopsia. Perché a mio fratello no? E allora mi chiedo, perché se sono le istituzioni a sbagliare non vengono punite come veniamo puniti noi? Se fossero a posto con la coscienza a questo punto dovrebbero essere i primi a volere l’autopsia per tutelarsi. Vi ringrazio di essere qui, ci sono tanti amici ma anche tanti che non lo conoscevano. Ho sempre sostenuto che l’unione fa la forza e sono convinta che anche in questo caso, quello di mio fratello, sarà così”. Con queste parole Marisa Dal Corso, sorella di Stefano, il 42enne trovato senza vita nella sua cella del carcere di Oristano lo scorso 22 ottobre, ha accolto tutte le persone che si sono presentate alla manifestazione “Verità e Giustizia per Stefano Dal Corso” organizzata in piazza degli Euganei nel tardo pomeriggio di mercoledì 12 aprile.
Video: le parole della sorella
Bambini, studenti, adulti, madri, padri e nonni del quartiere Tufello chiedono, insieme alla sorella Marisa, la verità. Il suicidio, come causa della morte, non convince famigliari e amici e il quartiere intero, in cui Stefano è nato, ha deciso di scendere in piazza per chiedere di essere ascoltato.
Le parole di Luca Blasi, assessore comunale del terzo municipio
A esprimere solidarietà e vicinanza alla sorella, durante la manifestazione, era presente quasi al completo la giunta comunale, tra cui il presidente del terzo municipio di Roma, Paolo Marchionne. A intervenire a nome delle istituzioni del quartiere è stato l’assessore Luca Blasi, che ha voluto denunciare le difficoltà della periferia ed esprimere solidarietà da parte di tutto il municipio per Stefano: “Non vogliamo più che continui così nella nostra periferia. Vogliamo delle risposte diverse, vogliamo che migliori la situazione nelle scuole del quartiere e che vengano incrementati i servizi e ampliate le possibilità di lavoro. Dietro la situazione di Stefano c’è tanta roba che ci riguarda e che vediamo e viviamo nelle nostre strade quotidianamente. Io sono fiero di essere cittadino di questo quartiere, attivista ma anche assessore di questa municipalità. Anche se le contraddizioni sono tante e non è sempre facile stare dentro le istituzioni, tra tanto lavoro e poche speranze e fondi, sono venuto comunque a dire a Marisa e alla comunità che sono al vostro fianco. Anche il municipio c’è e chiede la verità”.
L’intervento di Armida Decina, l’avvocato di Marisa Dal Corso
Ad intervenire e spiegare gli aspetti più tecnici del caso di Stefano è stata l’avvocato Armida Decina, vicina alla sorella Marisa per aiutarla a far luce sul caso di suo fratello: “Ognuno di noi poteva essere Stefano. Ad oggi stiamo ancora cercando di capire cosa realmente è successo perché sono troppe le anomalie intorno alla scomparsa di Stefano. Secondo i pm del carcere di Oristano la morte è stata causata dalla rottura dell’osso del collo. Ma come l’hanno stabilito se non hanno fatto né un’autopsia né una tac? È impossibile affermarlo senza nessun esame. Lo stato butta miliardi per le intercettazioni telefoniche e questo quartiere lo sa bene. Lo sa perché tanti procedimenti penali sono nati dal Tufello. E ora non si possono spendere soldi per un’autopsia su un ragazzo che è morto in condizioni dubbiose? Non si può fare perché Stefano non era nessuno? Un ragazzo che veniva da un quartiere di periferia? Tutto questo non va bene. È ora che diventi obbligatoria la legge che preveda l’autopsia soprattutto quando si parla di morti violente, e in special modo quando la morte di un ragazzo avviene in un istituto che per prima cosa dovrebbe tutelare la sua vita. Scopriremo cosa è successo dalle 11:30 alle 15:30 del 12 ottobre 2022”.
Gli ultimi aggiornamenti del caso
Infine, per quanto riguarda gli ultimi aggiornamenti l’avvocato Decina ha fatto sapere che, dopo la notifica da parte dei pm del carcere di Oristano e l’archiviazione del caso, lo studio ha proposto un’opposizione all’archiviazione, precisamente venerdì 7 aprile. Prossimamente ci sarà un’udienza dove si discuterà in merito all’opposizione e si insisterà sulla richiesta di autopsia.