Giovani, ambiente, sicurezza: il primo discorso della premier mantiene la solita energia
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, mantiene il tono vigoroso che l’ha sempre contraddistinta nel suo esordio da premier. Oggi, nel suo discorso alla Camera, ha annunciato il manifesto programmatico per i 5 anni della legislatura appena cominciati.
Non sono mancati slanci di emotività, ricercata esposizione di punti saldi della Storia e affilate controrisposte ai suoi detrattori. Il risultato è una lunga dichiarazione che assomiglia molto alla Meloni che abbiamo conosciuto fin qui.
Riproposto, il discorso sulla sua militanza politica fin da giovanissima, in cui si staglia una breve parentesi sull’antifascismo di cui è stata promotrice con un mal riuscito tentativo di mostrarsi equilibrata.
I ringraziamenti a donne del passato e del presente
Nella cornice degli iniziali e necessari ringraziamenti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per i suoi “preziosi consigli” e al predecessore, Mario Draghi, per la sua “massima disponibilità nel garantire un passaggio di consegne veloce e sereno” e al popolo italiano, inserisce una breve quanto sorprendente digressione su donne-simbolo della Storia, “donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore”, e che hanno posto le basi per una società più egualitaria in cui la presenza delle donne in politica sia normale.
“Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani – afferma la nuova premier – Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”.
Nel suo elenco, trovano spazio donne del passato e del presente: Maria Montessori, Grazia Deledda, Nilde Iotti, Marta Cartabia, Samantha Cristoforetti.
Dall’Italia all’Europa: “Il coraggio, di certo, non ci difetta”
Nel ringraziare i cittadini italiani, non manca energia e propositività, nonché nette repliche a parti politiche e sociali scontente. “Il nostro obiettivo è liberare le migliori energie di questa nazione. E se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati […], non ci tireremo indietro. Perché il coraggio, di certo, non ci difetta”.
“So bene che ad alcuni osservatori e alle forze politiche di opposizione non piacciono le nostre proposte, ma non intendo assecondare quella deriva secondo la quale la democrazia appartiene a qualcuno più che a qualcun altro”.
In un graduale sconfinamento, Meloni passa ai ringraziamenti ai rappresentanti UE. Prosegue sottolineando il ruolo sempre più forte cui l’Italia ambisce “dentro le istituzioni europee”, su questioni quali accordi commerciali, politiche migratorie, scelte geopolitiche, lotta al terrorismo, “grandi sfide, di fronte alle quali l’Unione Europea non sempre si è fatta trovare pronta”.
Reddito di cittadinanza, una sconfitta
Il passaggio sul reddito di cittadinanza non presenta ornamenti e ha il tono rapido di chi non ammette repliche. La neo-premier è dura: “Il Rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per sé stesso e per la sua famiglia”.
Mentre sul merito, Meloni replica alle polemiche dei giorni scorsi. Una lunga zona del suo discorso è, infatti, dedicata a gioventù, istruzione e merito, ambiente.
Meloni si dice colpita davanti alle polemiche sulla scelta di rilanciare la correlazione tra istruzione e merito e ribatte attraverso un facilmente condivisibile discorso sulla crescita dei giovani e sul peggioramento della loro condizione post-Covid con l’emergere di “devianze, fatte di droga alcolismo, criminalità”, dopo aver dipinto l’idea di una scuola come prima fase della produzione e allineata alle richieste del mercato.
I giovani sono anche il pretesto per parlare di questione ambientale. “Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore, ma quello che ci distingue da un certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro. Coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Cambio di modello Covid e blocco navale
Dopo randomiche citazioni di Montesquieu e Steve Jobs, Meloni si esprime su Covid, sicurezza e legalità. In programma non c’è di certo il proseguimento delle restrizioni adottate nel pieno della pandemia, “le più restrittive dell’intero Occidente”.
A mano a mano, il discorso si riscalda nell’affrontare il grande panorama dell’immigrazione, con la sola specificazione di quella clandestina a opera degli scafisti. “Sicurezza e legalità, certo, riguardano anche una corretta gestione dei flussi migratori. Secondo un principio semplice: in Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente, si entra solo attraverso i decreti flussi”.
Sul finale del manifesto, Meloni riprende Giovanni Paolo II, nella consueta riproposta delle parole di personalità religiose che ha caratterizzato anche i discorsi di La Russa e Fontana. La nuova premier e i suoi, conclude, non si arrenderanno, non indietreggeranno, non tradiranno speranze.