Il campo largo trova una quadra sul salario minimo e le opposizioni, unite, sono pronte a presentare alla Camera una pdl con una soglia minima di retribuzione di 9 euro l’ora. Un campo che si allarga anche ad Azione ma dal quale si smarca Matteo Renzi, dando ancora una volta una dimostrazione delle distanze, su alcuni temi, all’interno del Terzo polo.
Salario minimo, Renzi e Calenda tornano a litigare
Prima della nota congiunta dei partiti di opposizione, è Calenda a dare la notizia dell’accordo, bacchettato per questo da Magi su Twitter. “Tutte le opposizioni – rivela il leader di Azione – hanno raggiunto un accordo sul salario minimo. È un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal Terzo polo”.
Sulla pdl sul salario minimo, Renzi non ci sta e a stretto giro fa sapere che non la firmerà. “Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa”, dice affidando il suo pensiero a una nota di Iv. Sul salario minimo, si spiega, Italia Viva aveva presentato alle elezioni un testo diverso da quello che è stato proposto dal campo largo e dunque in coerenza con il mandato elettorale Italia Viva proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo.
“A chi cita il campo largo in relazione al salario minimo – è la piccata replica di Calenda – ricordo che l’unico campo largo che ha mai visto la luce è stato quello di Pd, M5S, Italia Viva, LeU a sostegno del Governo Conte 2, da cui Azione si è tenuta alla larga”.
“Da segretario del Pd – prosegue – ha fatto la campagna sul salario minimo nel 2018 e l’ha approvato nel programma del Terzo Polo, mi pare curioso che dichiari la disponibilità a votare, ma non a firmare. Ma Azione e Italia viva son tornati separati a tutti gli effetti, per cui ognuno sceglie di fare quel che vuole”.
Il primo step delle opposizioni unite
Al di là dei distinguo, esulta Giuseppe Conte: “Abbiamo lavorato a fari spenti per cercare di dare dignità sociale a tutte le lavoratrici e i lavoratori sfruttati: c’è una proposta su cui abbiamo raggiunto un accordo su salario minimo legale e sono particolarmente orgoglioso perché c’è la mia prima firma. Questa è una delle nostre battaglie storiche”. Il leader M5S sottolinea: “È stata accolta la soglia minima dei 9 euro l’ora a cui tenevamo molto, perché e un’indicazione precisa e non incerta. Ci sono tutte le premesse adesso per poter lavorare in Parlamento e cercare ovviamente di coinvolgere anche forze di maggioranza”. E Schlein è soddisfatta: “Sotto una certa soglia non si chiama lavoro, ma sfruttamento, lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase”. “Il Governo – è l’invito della leader Pd – non si volti dall’altra parte, ma approvi questa proposta”.