Il presidente della Ternana insulta i tifosi sotto la curva e poi anche in conferenza stampa. Ma dai politici ternani, che lo hanno votato all’unanimità cittadino onorario, nessuna condanna
Parlare di Bandecchi solo quando “fa il bravo”. Quando invece supera i confini, meglio trincerarsi dietro a una classica alzata di spalle. Sembra questo lo sport più praticato in questo periodo dalla politica locale: confusa dalle guerre intestine per il posizionamento in vista delle elezioni comunali, impaurita di dire realmente quello che pensa per non rischiare di perdere voti, ecco che un cittadino onorario di Terni può permettersi di sputare ai tifosi ternani, rivendicarlo pubblicamente in conferenza stampa e uscire da questa situazione come un condottiero. Nemmeno una presa di posizione da chi dovrebbe tutelare Terni, i ternani e anche – e forse soprattutto – il dialogo pacifico e sereno tra parti sociali.
Gli sputi ai tifosi e la conferenza
Per la cronaca, Bandecchi si è presentato in conferenza stampa dopo la furiosa litigata sotto la curva Est. “Mi sono rotto i coXXX – ha risposto al giornalista che chiedeva cosa fosse successo con i tifosi – di questa gente violenta: dal primo giorno che sono arrivato a Terni mi hanno detto che qui si occupano di acciaio, ma io vi dico che anche io sono fatto di acciaio. E vi dico anche che ho speso più soldi qui come nessun altro presidente abbia mai fatto, e ho cambiato la pelle di questa città, aprendo un giardino e portando qui nuovi posti per la sanità. Senza i miei soldi non si sarebbe fatto nulla, perché qui chiacchierate tanto ma non avete ancora fatto un caxx”. Parole di un presidente di una squadra di calcio e candidato a sindaco.
Dove tutto è cominciato: la cittadinanza onoraria
Il vuoto pneumatico che caratterizza la politica locale ha, se vogliamo, anche un’aggravante. Il 20 aprile scorso il consiglio comunale, con voto all’unanimità, quindi nessun escluso, ha votato per la cittadinanza onoraria di Bandecchi. Lo ha fatto poi nello stesso giorno in cui lo stesso riconoscimento è stato assegnato alla senatrice a vita Liliana Segre. Peccato che qualche settimana dopo, lo stesso Bandecchi è apparso in uno dei suoi innumerevoli video sui social con addosso una maglia dalle tinte fasciste, da lui stesso definita poi “paracadutista, non fascista”. Strano allineamento dei pianeti: cittadino onorario insieme alla Segre, poi la maglia “paracadutista”. E anche in quel caso, nessuna condanna dalla politica locale. Domenica mattina, dopo la sfuriata del patron finita sui giornali nazionali e internazionali, tutto tace da Palazzo Spada. Sui social dei consiglieri comunali i post di buche riparate e alberi da tagliare, e stop. Nessuno ha niente da dire? E pensare che lo stadio Liberati e Palazzo Spada non sono poi così lontani. Anzi, sono proprio li, diciamo, a uno sputo.