Segreteria unitaria “solida e preparata” con 21 componenti. L’accusa di Cuperlo e gli esclusi scontenti
“Siamo andati un po’ lunghi” sui tempi, ha ammesso Elly Schlein, ma alla fine la segreteria del Pd è arrivata: 21 componenti, 11 uomini e 10 donne, età media 50 anni. Della squadra fanno parte esponenti delle varie anime del partito, anche se non proprio di tutte. “Non si è voluta riconoscere la ricchezza delle differenze espresse dagli iscritti”, ha accusato Gianni Cuperlo, che ha corso per la segreteria ottenendo l’8% al voto nei circoli, ma che non ha suoi sostenitori in squadra. “È una segreteria di grande qualità, molto solida e preparata – ha spiegato Schlein in una diretta Instagram – specie se confrontata con chi oggi è al governo. Continueremo a voler essere un problema per Giorgia Meloni”.
Bonaccini convoca la videochiamata
La composizione della squadra è stata piuttosto lunga e complicata.Per portare un po’ di calma, in mattinata Stefano Bonaccini, che guida la minoranza del partito, ha riunito i suoi via zoom: una parte non condivide il modo con cui Schlein ha impostato le trattative ed è scettica sulla scelta del presidente di far entrare i suoi in segreteria. Alla fine, Bonaccini ha comunque ottenuto il mandato a chiudere l’accordo. Dei suoi sostenitori sono entrati il senatore Alessandro Alfieri (Riforme), la ex capogruppo alla Camera Debora Serracchiani (Giustizia), il sottosegretario regionale emiliano e braccio destro del governatore Davide Baruffi (Enti locali), la senatrice Vincenza Rando (contrasto alle mafie), dirigente di Libera. Considerata vicina a Bonaccini anche la deputata Irene Manzi (Scuola), entrata nell’area neoulivista.
Segreteria Pd: tutti i nomi
Fra i 21 ci sono molti volti nuovi, c’è qualche conferma e qualche politico in arrivo da altri lidi, come Igor Taruffi: un passato recente in Sinistra Italiana, assessore regionale in Emilia Romagna. A lui Schlein ha affidato l’organizzazione del partito. Coordinatrice della segreteria è la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni. Un altro fidatissimo, Gaspare Righi, che da tempo è braccio destro di Schlein, è il nuovo capo della segreteria. Per il portavoce della segretaria, Flavio Alivernini, l’incarico di responsabile della comunicazione.
Oltre a Taruffi, arriva da un’altra forza Annalisa Corrado (conversione ecologica), che nel 2019 è stata candidata alle europee coi Verdi. Per l’area Orlando entrano i deputati Peppe Provenzano (Esteri), Marco Sarracino (Coesione territoriale) e il senatore Antonio Misiani all’Economia. Per quella Franceschini c’è Marina Sereni (Salute). Al deputato Marco Furfaro, che è stato portavoce della mozione Schlein, è stata affidata responsabilità delle iniziative politiche. La formazione della segreteria Pd sancisce anche l’ingresso di Articolo Uno, con Cecilia Guerra al Lavoro, Alfredo D’Attorre alll’Università e il giornalista Sandro Ruotolo all’Informazione.
Zan per i diritti e l’ala romagnola
L’intento annunciato da Schlein è quello di contrastare il governo Meloni con controproposte puntuali. La battaglia sui diritti è affidata ad Alessandro Zan: “Abbiamo bisogno di tutto il suo impegno – ha detto Schlein – per fare dei passi avanti e respingere i passi indietro che Meloni vorrebbe fare”. Nella squadra di emiliano-romagnoli (Bonaccini, Schlein e Taruffi hanno fatto parte della stessa giunta regionale) c’è anche Marwa Mahmoud (Partecipazione), italiana di famiglia egiziana, consigliera comunale a Reggio Emilia. Al consigliere regionale della Lombardia Pierfrancesco Majorino vanno le Politiche migratorie e la Pubblica amministrazione all’ex sindaca di Crema, Stefania Bonaldi.
De Micheli l’esclusa: “Un errore non coinvolgere tutti”
Polemiche per le esclusioni. Nei giorni scorsi si era parlato di un ruolo per Pina Picierno, che non è arrivato: “Leggo sui giornali di possibili veti sul mio nome, ma sono dinamiche che non mi interessano”, ha detto. Critica anche l’altra candidata alla segreteria, Paola De Micheli: “La segretaria ha ritenuto di non dare rappresentanza ad una parte vitale del partito espressa da due candidati al congresso. Lo ritengo un errore”.
Terminata la costruzione della squadra, per il Pd comincia la prova del fuoco: “Vengo da mesi complicati, sia professionalmente che per la vita privata – ha ammesso Schlein – Ora mi prendo qualche giorno per riposarmi”. Pochi perché “ci aspetta un grande lavoro”.